Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

In serata il ministro della Giustizia ha mandato al Presidente i dati sulla legge «salva-Previti»

default_image

  • a
  • a
  • a

E prova anche a ricucire con il centrosinistra dopo essere entrato nel mirino dell'opposizione per quella che viene considerata la «forzatura» sulla legge elettorale. Al primo banco di prova — c'era da fissare il calendario dei lavori di Montecitorio — Casini ha tirato il freno. La situazione era questa. La Cdl, e in particolare Forza Italia, spingeva perché si effettuasse un'inversione dell'ordine del giorno nei lavori della Camera. In altre parole, chiedeva che si cominciasse a discutere subito della legge ex Cirielli che riduce i tempi per la prescrizione. Follini, schierato con tutto il centrosinistra, si opponeva al provvedimento perché lo considerava una legge ad personam per Berlusconi. E Casini? Si trovava tra due fuochi. Premere sull'intesa con Berlusconi e Fini e passare come un rullo compressore su Follini, con il quale i rapporti sono in freddo da settimane? O schierarsi con l'«amico Marco» e bloccare la legge? Alla fine, spinto anche da coloro che vogliono la trattativa interna (Giovanardi, Buttiglione) il principale inquilino di Montecitorio ha deciso di rinviare ogni decisione. E, pur dando il via libera alla discussione della legge, ha chiesto i dati al ministero di Giustizia sugli effetti dell'eventuale approvazione. Non si tratta di una decisione a caso, visto che lo stesso Guardasigilli aveva deliberatamente deciso di non inviare lo studio sull'impatto della futura legge sui processi pendenti, rinnovando una richiesta avanzata dalla commissione Giustizia della Camera a Via Arenula già a metà settembre. Lo studio è stato già inviato dal ministero della Giustizia al Quirinale, ed è ritenuto fondamentale per consentire ai deputati di decidere come votare sulla proposta di legge ribattezzata come «salva-Previti» dall'Unione, sulla quale da oggi potrebbero entrare in scena, per la gioia dell'Unione, i «franchi tiratori»: il provvedimento dovrà infatti superare lo scoglio dei voti segreti, che saranno circa una quarantina compreso quello finale. E qui rientra in gioco Casini e la tenuta dell'intesa ritrovata con Berlusconi e Fini. Il provvedimento, infatti, è il primo di una serie. Seguiranno legge elettorale e Finanziaria. Tornando all'«ex Cirielli», nella sua lettera Casini rappresenta a Castelli «l'esigenza che la documentazione predisposta dal ministero, relativamente all'impatto sui processi pendenti generato» dalla ex-Cirielli «sia rimessa anche a questo ramo del Parlamento». E Castelli in serata ha fornito alla Camera i dati in suo possesso sul possibile impatto della ex Cirielli sui processi in corso. Ma, in una lettera indirizzata a Casini, ha avvertito che si tratta solo di una «elaborazione statistica su dati parziali», e che quindi, a suo giudizio, «inidonea a fornire un'esatta valutazione dell'impatto globale della normativa in itinere». Il testo del ministero della Giustizia potrebbe sfaldare la compattezza della Cdl nel sì al provvedimento, se è vero che Erminia Mazzoni, responsabile giustizia dell'Udc e folliniana di ferro, subordina la decisione del proprio gruppo alla considerazione di eventuali «fatti nuovi rilevanti che possano incidere sulle nostre valutazioni precedentemente fatte sul provvedimento» che emergano dallo studio di Via Arenula, particolarmente atteso dall'opposizione, ansiosa di conoscere quale sarà l'impatto della «salva-Previti». Il presidente Berlusconi è convinto che, piuttosto che rischiare di non far passare la legge ex Cirielli, a causa dei problemi posti dall'Udc, sia meglio rinviare il voto. Per il responsabile Giustizia di Forza Italia Giuseppe Gargani, «è il principio che conta: o è valido o non è valido a prescindere dal numero di processi su cui impatta. E per me - sottolinea - è un principio valido». E Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, considera «incomprensibile» non votare questa legge, alludendo chiaramente all'Udc, e chiarendo che essa «non potrà avere alcun effetto su Cesare Previti». Tuttavia, la preoccupazione sulla tenuta della maggioranza c'è e si percepisce, se è ver

Dai blog