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Torneranno in Italia i nostri «cervelli»

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Prestigiosi scienziati, dopo anni trascorsi all'esterno, lavoreranno di nuovo nel Belpaese

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Il dato che è emerso segna il ritorno in patria di prestigiosi nomi della scienza. I professori Regoli, D'Adamio, già all'Einstein College, e Simeone, quest'ultimo tornato all'Istituto Genetica e Biofisica di Napoli, dopo anni trascorsi in Inghilterra. All'incontro anche cattedratici svedesi (il professor Fuxe, Hökfelt e Bjorklund) facenti parte del comitato che assegna il Nobel per la Medicina a Stoccolma. «Un significativo momento di interazione tra ricercatori provenienti da 19 paesi - sottolinea il professor Lucio Annunziato, presidente del Congresso e ordinario di farmacologia alla Università Federico II - un confronto tra neuroricercatori svedesi e italiani. La folta rappresentanza di scienziati della scuola scandinava conferma la Svezia punto di riferimento internazionale, continuando la lunga tradizione iniziata dai premi Nobel Von Euler e Carlsson». I temi sono inerenti alla ricerca nel campo delle malattie neurodegenerative e psichiatriche che rappresentano un problema sociale e medico di elevata priorità a causa del progressivo aumento della popolazione degli anziani, e un gravoso costo per la sanità pubblica. «Settantacinquemila i casi di Alzheimer l'anno e 140mila in Italia i pazienti colpiti da ischemia cerebrale o ictus - ha sottolineato il professor Roger Simon, neurologo dell'Oregon - terza causa d'invalidità dopo malattie cardiovascolari e tumore». Per la prima volta, infine, industria e ricerca di base a confronto per sviluppare nuove strategie terapeutiche per capire dove stiamo andando nella tutela della salute del cittadino, unico obiettivo primario.

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