Chiti fa morire dal ridere anche i suoi alleati
La proposta del diessino arriva inaspettata e «a titolo personale». In sostanza afferma che «se l'Udc bloccasse la riforma della legge elettorale e si presentasse da sola alle elezioni, l'Unione potrebbe offrire al partito di Marco Follini un patto di desistenza, in modo da garantire la presenza dei centristi nel prossimo Parlamento». Insomma, Chiti lancia una fune ai centristi, propone all'Udc di tradire la Cdl, offrendogli in cambio «un posto» nel prossimo parlamento, in caso di vittoria del centrosinistra. «Penso che l'Udc - spiega Chiti - esprima un malessere a stare in questa destra, e che al tempo stesso risponda a questa difficoltà e a questa crisi in modo sbagliato e incoerente con le impostazioni che vuole affermare: si fa artefice e coprotagonista di uno scontro e di una rottura sul tema della legge elettorale. Questo è molto grave, perchè fare una legge a colpi di maggioranza può rappresentare un pesante condizionamento dei rapporti tra i poli nella prossima legislatura. Inoltre la legge della Cdl svende l'autonomia politica dell'Udc in questa destra». Secondo questa sua interpretazione quindi, «si potrebbe offrire all'Udc un modo per uscirne, un modo coerente con le istanze che pone: non parlo di un cambio di collocazione perchè i ruoli non si improvvisano e la cosa di cui ha meno bisogno il Paese è il trasformismo». Già e dell'ipotesi di desistenza con l'Udc, però nel centrosinistra, si era già parlato all'inizio di settembre e subito i maggiori leader, da Prodi a D'Alema, si erano dimostrati compatti nel respingerla. Davanti alla proposta di Chiti, Marco Rizzo dei Comunisti Italiani quasi trasale: «Una proposta francamente irricevibile», la definisce senza mezzi termini. E aggiunge: «Che senso ha - si chiede - dopo i danni effettuati dal governo al Paese e agli italiani, lanciare un ponte a una forza che è stata per lungo tempo organicamente partecipe di un progetto poi rivelatosi fallimentare? Non imbastardiamo la vittoria certa - conclude l'esponente dei Comunisti Italiani - facciamo in modo che gli italiani abbiano chiari uomini e programmi da votare. Nessun premio ai trasformismi». Una eventualità davvero surreale anche per Franco Monaco della Margherita, che a questo punto si dichiara d'accordo con Giovanardi: «Immaginare che l'Udc, che più di chiunque altro porta la responsabilità del colpo di mano sulla legge elettorale, possa cooperare ad affossarla è davvero surreale». Un accordo tra l'Unione e l'Udc? Qualcosa di veramente «prematuro» per il leader di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, che preferisce decisamente «occuparsi del contratto dei metalmeccanici, della lotta degli universitari e di una opposizione contro il governo per farlo cadere presto. Il resto -ha concluso- se maturerà, con il tempo, se maturerà». «Ma ragazzi, non scherziamo», è il parere significativo del segretario dell'Udeur Clemente Mastella, che al termine del vertice del centrosinistra sulla legge elettorale, risponde a Chiti, quasi pensando che i tratti di una burla. «Prima fai la polemica con Casini perchè non è garante - osserva Mastella - e poi gli offri la desistenza? La politica è un'altra cosa».