Vigilanza Rai, a Gentiloni manca un voto

Gentiloni ha avuto 23 voti sui 24 necessari e quattro sono state le schede bianche. In tutto hanno votato 27 commissari della Vigilanza Rai, che è composta da 40 deputati e senatori, 18 dell'opposizione (ma al momento sono 17 perché manca il sostituto di Petruccioli) e 22 della maggioranza. La prossima votazione, per cui serviranno ancora 24 voti, ci sarà martedì 4 ottobre dalle 14 alle 18. Molti membri della maggioranza dunque, nonostante avessero dichiarato di aver votato scheda bianca, hanno in realtà votato già da questa prima sessione per Paolo Gentiloni. Anche alcuni rappresentanti di Forza Italia hanno votato per lpesponente della Margherita. I tre rappresentanti dell'Udc avevano infatti dichiarato all'entrata che avrebbero votato sin da ieri per Gentiloni, mentre i rappresentanti della Lega, che pure erano presenti, non hanno votato e sono mancati totalmente i rappresentanti di An. Quindi almeno tre voti in più avuti da Gentiloni vengono da deputati e senatori nelle file degli azzurri. Al termine ella votazione, lo stesso candidato alla presidenza del centrosinistra ha dichiarato in una nota: «Ringrazio ancora l'Unione per avermi candidato e sostenuto dando prova di compattezza». Ma ha anche ringraziato «il gruppo dell'Udc e gli altri colleghi della maggioranza che mi hanno votato, confermando così la regola che assegna alle opposizioni la Presidenza della Vigilanza». «Alla luce del risultato odierno, mi pare ci siano le condizioni perchè la Commissione abbia al più presto un nuovo Presidente e mi auguro di poter contare sulla disponibilità di tutti i gruppi della maggioranza», ha proseguito. «Dal voto in commissione di vigilanza Rai emerge chiaramente la compattezza dell'Unione», ha sottolineato inoltre Giuseppe Scalera (Margherita). «Ma il voto - ha aggiunto Scalera - dimostra anche che la candidatura di Gentiloni va al di là dell'Unione. Con questi numeri alla terza votazione sarebbe già eletto e questa è la conferma di una candidatura di qualità». Intanto l'amministratore delegato della Sipra, Mario Bianchi, è stato ascoltato ieri mattina dal consiglio di amministrazione Rai in merito ai problemi di raccolta pubblicitaria previsti per il secondo semestre del 2005. A quanto si apprende, Bianchi avrebbe confermato che mancheranno all'appello della concessionaria circa 35 milioni di euro rispetto alle previsioni. Aggiungendo che le cause di questo «buco» sarebbero diverse. Il sacrificio fatto dall'azienda in occasione della morte del Papa, per esempio, quando in segno di lutto la Rai stravolse il palinsesto delle tre reti: niente spot durante i programmi dedicati al ricordo di Giovanni Paolo II; stop ai programmi «leggeri»; e oscurate anche le manifestazioni sportive, compreso - nonostante i problemi contrattuali con Bernie Ecclestone - il Gran Premio di Formula 1 del Barhein. Un sacrificio che in quel periodo si aggiunse al «dazio» delle no-stop elettorali, creando una voragine di circa 20 milioni per la Sipra. Ma a pesare sui conti di Bianchi sarebbero anche le difficoltà di share della seconda rete, che fa ascolti bassi e spesso fuori target. E poi c'è la perdita di alcuni storici programmi come Novantesimo Minuto, dovuta all'acquisto dei diritti tv della serie A da parte di Mediaset. Della questione Sipra, il consiglio tornerà comunque a occuparsi nelle prossime sedute. Sempre nell'assise di ieri, il cda ha ritenuto di rimandare ancora una volta la partenza del programma d'informazione di Rai Uno Batti e ribatti, condotto da Riccardo Berti e previsto in palinsesto da lunedì 10 ottobre.