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Enti locali, in piazza per protesta contro la Manovra

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Tutti, rappresentanti di Regioni, Province, Comuni e Comunità montane, illustreranno le ripercussioni che, a loro giudizio, la Finanziaria avrà sul comparto delle autonomie locali. «Ho chiesto al governo — ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici — di aprire un tavolo tecnico o almeno di fare un altro incontro prima dell'approvazione della manovra in Consiglio dei ministri. Ma temo che non ci siano la volontà politica e la disponibilità, altrimenti i tempi, se pur stretti, si sarebbero trovati». Domenici ha criticato il modo di lavorare del governo («chiede compartecipazione a scelte compiute unilateralmente») e alcuni criteri adottati per scrivere la Finanziaria («ingiusto il concetto di proporzionalità sui tagli»). «Davanti a una richiesta da parte del governo, che considero legittima e giustificata, di una compartecipazione di tutti al risanamento dei conti pubblici, è sorprendente — ha sottolineato il presidente dell'Anci — la vaghezza, l'indeterminazione e l'incapacità di entrare nel merito della manovra». Domenici ha ricordato che è emerso solo il dato di 3 miliardi di euro di spesa in meno per gli enti locali. «Tre miliardi di sacrifici - ha detto sottolineando che la cifra è suscettibile di variazioni - e di questi 2 sono per i Comuni». Sul fronte delle Province il responsabile finanza dell'Upi, l'Unione delle Province Italiane, Andrea De Maria, ha lanciato l'allarme: i tagli alla spesa corrente «metteranno a rischio migliaia di posti di lavoro. Secondo le nostre prime stime per le Province l'ammontare dei tagli sulla spesa corrente dovrebbe aggirarsi intorno ai 250 milioni di euro». E questo getterebbe le Province in condizioni che il presidente dell'Upi, Fabio Melilli, ha giudicato «inaccettabili».

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