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Riforma Moratti, il Governo chiede la fiducia in Senato

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Dopo l'approvazione il disegno noto come Riforma Moratti tornerà alla Camera. La bozza di legge è fortemente contestata da molte componenti del mondo accademico (compresa la Conferenza dei Rettori che l'ha più volte criticato). Il ministro Moratti, nel suo intervento al Senato, ha difeso la riforma «che si fonda su una visione già attuata nei principali paesi dell'Unione europea» e «sul criterio della selezione meritocratica». E ha negato di aver strozzato il dibattito (come viene accusata dai detrattori) che invece è cominciato nel 2002 ed è stato «ampio e approfondito». E ancora ha sottolineato come con i concorsi nazionali si voglia riportare serietà nel sistema di reclutamento dei docenti e come si stia dando un giusto riconoscimento ai ricercatori che hanno svolto lunghi periodi attività didattica. «È un progetto incentrato sulla precarizzazione del ruolo della docenza - ribatte Marco Merafina del Coordinamento dei ricercatori - a cui s'aggiunge uno schiaffo alle aspettative dei ricercatori tramite il conferimento del titolo di professore aggregato. Di fatto è in atto un vero e proprio smantellamento dell'università pubblica». I nodi in questione sarebbero «la messa in esaurimento dei ricercatori, la mancata riconversione del ruolo dei docenti e la precarizzazione». Il decreto, in realtà «bloccherebbe i concorsi all'università».

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