Montezemolo incalza «Il governo è in ritardo giù l'Irap, tassa ingiusta»
La finanziaria, infatti, «è in ritardo», incalza il presidente di Confindistria Luca Cordero di Montezemolo, ribadendo le richieste degli industriali all'esecutivo. «E' chiaro - ha sottolineato - quello che ci aspettiamo. Meno Irap, perché è una tassa ingiusta che colpisce il lavoro e chi produce». Per il presidente degli industriali però il taglio dell'imposta regionale deve servire ìad aiutare le esportazioni: la riduzione -ha spiegato - deve andare a chi compete sui mercati internazionali ed esporta, per aiutarlo ad essere concorrenziale. Il numero uno di Viale dell'Astronomia ha però aggiunto inoltre «che le imprese si attendono anche una riduzione del costo unitario del lavoro. C'è stata una crescita esponenziale negli ultimi anni. Sono troppi gli oneri in busta paga e c'è troppa differenza tra la busta paga e quello che i lavoratori si mettono in tasca», ha affermato Montezemolo. Per Confindustria servono poi interventi per favorire la crescita delle imprese, anche attraverso joint-venture, e una defiscalizzazione degli investimenti che le imprese fanno verso le università. «Abbiamo aziende di grande eccellenza, ma hanno bisogno di un contesto competitivo. L'energia costa troppo e nessun governo mai si è impegnato abbastanza su questo tema. La burocrazia ci soffoca e il rischio è che aumenti ancora di più. C'é bisogno di più liberalizzazione perché il costo dell'energia pesa sulle imprese, così come pesa la logistica, il trasporto e la mancanza delle infrastrutture» ha lamentato il presidente della Fiat. Montezemolo ha quindi chiesto alla «politica un confronto serio, senza deleghe in bianco per nessuno. Vogliamo sapere da entrambi i poli cosa vogliono fare. Abbiamo bisogno di credibilità e immagine per esportare i nostri prodotti nel mondo». Insomma, per il leader degli industriali «siamo in un momento delicato anche per chi come me vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. Parliamo molto di made in Italy, che è un bell'ombrello sotto cui mettiamo i nostri prodotti, sia quelli delle piccole che quelli delle grandi imprese. Ma per farlo c'è bisogno di un sistema comune coordinato, perché spesso ci sono troppe sigle e associazioni che finiscono per creare difficoltà. E' necessario un programma unico finalizzato a promuovere i prodotti del made in Italy».