Industria, il caro petrolio fa salire fatturato e ordini
In base ai dati diffusi dall'Istat, il fatturato è salito dello 0,6% rispetto a luglio 2004 mentre su base congiunturale l'incremento è dell'1,8%: si tratta di incrementi imputabili soprattutto al mercato estero, in presenza di una domanda interna debole. Gli ordini sono saliti del 3,6% rispetto al mese precedente e del 5,6% rispetto a luglio 2004. Il Governo attraverso il vice ministro delle Attività Produttive, Adolfo Urso, accoglie positivamente le rilevazioni dell'Istat. I sindacati invece sono scettici, e consigliano di analizzare i dati con cautela, perchè «una rondine non fa primavera» e soprattutto perchè «i dati sono drogati dal caro-petrolio». In luglio i prezzi alla produzione sono saliti su base annua del 3,6%, incidendo così sull'andamento di fatturato ed ordini: i dati Istat relativi e questi due ultimi indici incorporano, infatti, la componente prezzi, che ha giovato soprattutto al comparto energetico. Il fatturato dell'industria dell'energia segna in luglio un balzo del 21,7% rispetto a luglio 2004, anche grazie al +16,1% registrato nello stesso periodo dai prezzi alla produzione dell'energia. In particolare, è nel settore delle raffinerie di petrolio che l'indice del fatturato registra l'incremento maggiore (+24,9% tendenziale), mentre è nella produzione di mezzi di trasporto che si accusa la flessione più consistente: -7,1% su base annua, con una punta del -11,9% per il fatturato degli autoveicoli (-12,5% su mercato nazionale e -10,9% su quello estero). Più in generale, la crescita tendenziale del fatturato (+0,6%, +1,8% la variazione congiunturale) è la risultante fra il +3,4% segnato sul mercato estero ed al -0,4% su quello nazionale. A luglio, infatti, i consumi sono calati, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, del 2,1%. Per quanto riguarda gli ordini, l'Istat segnala un progresso tendenziale del 2% per il mercato nazionale e del 13% su quello estero. A gonfie vele gli ordini di autoveicoli, schizzati del 45,9%, grazie al +52,3% segnato in casa ed al +35,8% registrato all'estero. In crescita anche gli ordini alle industrie di pelli e calzature (+16,8%) e per gli apparecchi elettrici e di precisione (+28,5%). Plaude proprio al buon andamento degli ordini Urso: si tratta di «un segno positivo anche per i prossimi mesi, perchè - spiega - gli ordinativi di oggi riguardano le esportazioni di domani. Anche oggi è l'export che traina la ripresa». Invitano invece ad una maggiore cautela i sindacati. Per il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini, è una fortuna che «non piova sul bagnato. Ma non è il caso di fare salti di gioia: la situazione resta difficile, i problemi strutturali dell'industria restano. Dobbiamo tenere in considerazione che i dati odierni incorporano la componente prezzi. Certo è sicuramente meglio che si intraveda qualche possibilità di ripresa, ma una rondine non fa primavera». Più dura la Cgil, che spiega il «lieve incremento» di luglio con «l'aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti della raffinazione del petrolio»