Curzi-Lanfolfi, guerra sulla fiction «rossa»
E il centrosinistra i agita molto pensando a come occuperà la Rai qualora vincesse le elezioni. «Prodi? Mi sembra molto nervoso in questa fase. Tanto nervoso da censurare una trasmissione per il semplice fatto di aver dato un sondaggio che non vede l'Unione staccata di molti punti dalla Cdl». Così il ministro per le Comunicazioni Mario Landolfi replica alle critiche di Romano Prodi a Rai e Mediaset, accusate di partigianeria. «Mi sembra un atteggiamento pretestuoso. Se poi Prodi vuole allargare il discorso, vuol dire che forse guarda un'altra tv». «A me sembra vero il contrario - ha proseguito Landolfi - se guardiamo alle fiction, mi sembra che quanto dice Prodi è vero ma per considerazioni diametralmente opposte. Ci sono fiction nel nostro paese,come Montalbano e quella sul Grande Torino, che trasudano comunismo, e questo mi pare che sia sotto gli occhi di tutti». Il giudizio sulla fiction non piace al consigliere Curzi che replica sarcastico: «La fiction Rai trasuda comunismo?: questo giudizio del ministro delle Comunicazioni Landolfi può essere accolto e seppellito con una risata. Invece io vorrei che fosse preso seriamente in considerazione dal Cda della Rai per compiere un serio esame dello stato dei rapporti con il potere politico». E aggiunge: «Prima le speculazioni su una generica frase del presidente Prodi,poi il calcione del ministro Landolfi intorno e sopra l'azienda pubblica dimostrano che qualcuno vuole sollevare un grande polverone per danneggiare, ancora una volta, il servizio pubblico», conclude Curzi. E presto arriva la risposta di Landolfi: «Curzi immagina complotti che non ci sono. La realtà è molto più semplice, basta vedere quello che ultimamente la Rai ci ha propinato con il commissario Montalbano, che diventa il poliziotto dei no-global, o con la storia del grande Torino calcio che diventa il pretesto per far passare ancora una volta i comunisti come vittime della società». «La mia è qualcosa di più di una denuncia politica. Io non dico che stiano facendo la campagna elettorale - dice ancora Landolfi - stanno rafforzando la vulgata storica che il Pci ha proposto all'Italia e che la Rai ha fatto sua. Il mio non è un discorso politico, ma culturale». Il ministro Landolfi ha una «bella visione del comunismo» sottolinea allora il consigliere Rai Sandro Curzi, replicando al ministro. Intanto la polemica incalza e la Cdl ribatte che l'Unione si prepara alle elezioni come ad una «resa dei conti», auspicando un'autentica «epurazione» contro i manager pubblici nominati in questi anni, che sarebbe stata preannunciata da una persona molto vicina a Prodi, come il responsabile della «fabbrica del programma», Giulio Santagata. Il risultato è un'impennata delle polemiche, che assumono già un sapore pienamente preelettorale. Dopo Landolfi molti esponenti della maggioranza (da Antonio Tajani a Gustavo Selva fino a Giorgio Lainati), parlano di una tv sbilanciata, ma a sostegno dell'Unione. Proprio le intenzioni dell'Unione in vista delle elezioni preoccupano la Cdl, che paventa la volontà di «resa dei conti» che sarebbe stata espressa a un prodiano di stretta osservanza come Santagata che ha parlato della necessità di «fare prigionieri», e di decidere «caso per caso» sul loro destino.