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Il direttore generale indica le strategie di viale Mazzini. Basta sensazionalismi per fare ascolto

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La Rai di Meocci

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No ai sensazionalismi per l'attuale successo d'ascolto e sì ad una grande sintonia e collaborazione con il presidente Petruccioli «con il quale - si lascia scappare - siamo quasi interscambiabili, vista la stima che proviamo l'uno per l'altro». No alla Sipra così com'è strutturata adesso e sì alla revisione della sua impostazione per migliorare i risultati, sì ad Anna La Rosa e alla femminilizzazione del talk show anche politico e no ai contenitori di informazione «tutti uguali». Sì a un cauto ottimismo per la risoluzione della sua «incompatibilità» e no al pessimismo sui conti e alla Tv solo per gli intellettuali e gli esteti. Sì alla riorganizzazione della Rai, no alla fretta perché il servizio pubblico «è un ingranaggio complicato e gigantesco». La nuova Rai di Alfredo Meocci viene fuori così in un sabato milanese in cui si continua a parlare dei successi di viale Mazzini. Il direttore-giornalista irrompe alla Bicocca come un fiume in piena, vuole fare uno scherzo al direttore del Prix Italia Feroldi, ma poi ci ripensa e vuota il sacco. Sarà pure considerato il traghettatore della Rai da qui alle elezioni politiche del 2006, ma intende lasciare il segno e si vede. Appena insediato, ad esempio, ha fatto sapere che i vicedirettori non li vuole. Così Guido Paglia e Roberto Sergio (candidati per An e per l'Udc) non si sono fatti più vedere. E sicuramente metterà mano a punti nevralgici come marketing e palinsesto e cercherà di assegnare gli interim di Finanza e Prodotto. Poi affronterà il nodo del canone. Di tutto questo però non parla, preferisce prendere di petto altri argomenti. E assesta subito un buon colpo al direttore Fabrizio Del Noce, dà una botta niente male alla Sipra e una spallata a quelli che pensano di continuare a fare informazione con le modalità di prima. Del Noce si lamenta perché Celentano avrà carta bianca e non potrà sottostare ad un controllo preventivo? La Rai di Meocci offre massima libertà a Celentano: «L'importante è che non si faccia strumentalizzare da nessuno. L'ho incontrato a casa sua, una casa da fiaba. Lui è un grande artista ed è capace di dare emozioni forti. Beh, volete bloccare una favola?», si scandalizza Meocci, convinto che «Celentano a sei mesi dalle elezioni mica può condizionare il voto. È un artista, deve avere la massima libertà». Se Celentano è tutto ok, la Sipra è tutta da rifare per Meocci che dopo l'allarme sui conti della concessionaria di pubblicità non ammette repliche: bisogna correre ai ripari. «L'impostazione della società va rivista e ripensata, perché non siamo più in un regime di monopolio. La situazione è cambiata...». Meocci non lo dice ma è chiaro quello che pensa. La Sipra forse dovrebbe pensare a cercarsi i clienti come fanno a Publitalia invece di aspettare solo i dati di ascolto. Bacchettate dure ma costruttive quelle del direttore generale che si dichiara un «moderato tranquillo e idealista ma senza illusioni». Così è convinto di aver fatto la scelta giusta nel prendere uno come Pupo al posto di Bonolis ed è stato premiato: «È l'italiano medio che gioca. Io voglio una Tv semplice, per la gente comune non riservata ad una minoranza». E il pubblico per Meocci è cambiato, eccome. Il flop di Bonolis ne è la prova. «Ieri il tifoso arrivava a casa e voleva solo 90esimo minuto. Ora no, ha Sky e il calcio in Tv come lo facevamo prima non gli basta più. Infatti se la Rai perde solo su Mediaset, per Mediaset la grande sfida è quella con Sky, soprattutto sullo sport». Il pubblico dunque non è più quello di prima e per questo è necessario un ripensamento dell'informazione. Che investirà tutti, da Vespa a Floris. «La sfida è complessa e non si tratta di mettere questo o quel personaggio, ma di una riflessione globale sul modo di intendere questi programmi - sostiene Meocci - Matrix perde e Vespa vince? Credo che il pubblico a quell'ora preferisca un programma meno ansiogeno, anche se tratta di temi forti o di politica. Ho riflettuto mo

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