E Verona diventa la «capitale» dell'azienda

Il direttore generale Meocci, veronese doc, attaccatissimo alla sua città natale dove torna ogni week-end e dove vive la sua famiglia, ha già dato mandato ai responsabili del territorio e di chi si occupa delle sedi regionali affinché quanto prima la Rai possa avere una sede anche a Verona. La cittadina veneta infatti spesso ospita grandi spettacoli di richiamo (giorni fa proprio il dg si è recato con il direttore di RaiUno Del Noce a Verona per assistere allo show di Fiorello) e con la sua splendida Arena potrebbe diventare una delle città punto di riferimento dove mettere in scena spettacoli musicali. Insomma, la nuova sede Rai di Verona è uno dei sogni che il dg Meocci vorrebbe realizzare al più presto. E da Milano, nella giornata conclusiva del Prix Italia, dove è arrivato accompagnato dalla moglie, Meocci lancia un'altra sfida, che lascia stupefatto il direttore della manifestazione Feroldi: il prossimo anno il Prix potrebbe svolgersi proprio a Verona. E magari il concerto iniziale e la cerimonia finale venir ospitato proprio nella suggestiva Arena. Nell'assistere alla cerimonia di premiazione della 57esima edizione del Premio, che ha visto trionfare l'opera inglese «Sex traffic» ma non ha assegnato alcun premio alle opere italiane in concorso, il dg è apparso in qualche modo dispiaciuto di questa «mancanza» e ha auspicato che il prossimo anno ci possa essere anche un premio per l'Italia. «Forse non abbiamo vinto proprio perché siamo i padroni di casa», ha commentato ottimista a fine serata. Intanto arrivano le prime proteste in vista della campagna elettorale. Comincia Gianfranco Fini che in una nota afferma: «Che se ci saranno le primarie sarò candidato e che ciò non significherà essere contro Berlusconi e Casini, perchè in quel caso subito dopo le primarie ci dovrà essere un unico grande contenitore politico del centrodestra, lo hanno capito tutti tranne il Tg3. Vivissimi complimenti per il capolavoro di spudorata faziosità e per il patetico tentativo di dimostrare ciò che fa più comodo al centrosinistra». Marco Pannella invece se la prende con il Tg1: «Passando dall'ormai abituale ostracismo e censura dei Telegiornali del duopolio, il Tg1 passa ora alla patente falsificazione. Nei pochi secondi dedicati al Convegno indetto da Socialisti dello Sdi, Radicali Italiani, Fgs e Associazione Concioni, il Tg1 ha dato la "notizia" secondo la quale i radicali erano presenti ad un convegno dello Sdi in vista di un possibile accordo. In poche parole tre dolose falsità al servizio dell'incivile ostracismo, da qualche tempo divenuto regola anche del Tg1 nella Rai-Tv di sempre». Giu.Cer.