Rai, va in onda il «volemose bene»
Con il direttore generale devo andare d'accordo e collaborare il più possibile. Altrimenti non ha senso stare qui ed è meglio andare tutti a casa». E così il diessino più caro alla destra e spesso criticato dalla sinistra non illuminata, ha preso carta e penna e ha chiesto scusa a Bossi per l'irriverente satira di Corrado Guzzanti a «Superstoria». Un gesto da signore d'altri tempi, davanti al quale il consigliere leghista Giovanna Bianchi Clerici si è emozionata fino alle lacrime. Un diessino che chiede scusa a Bossi non s'era mai visto. Come non s'era mai vista una tale concordia tra presidente e direttore generale di area opposta (anche se Petruccioli non ha votato Meocci a causa dell'incompatibilità). Al punto che è Petruccioli soltanto che il direttore generale vicino a FI chiama subito per sapere che ne pensa della scelta di Anna La Rosa al posto di Masotti. E in CdA? Guerre all'ultimo sangue come è norma a viale Mazzini? Macché. Divisi una volta sola e proprio sul nome del dg, che però appena arrivato si è fatto amare subito, venendo incontro ad esigenze e ragioni di ciascuno... E uniti su tutto il resto, dalla nomina del presidente fino alla defenestrazione di Giovanni Masotti. Con serenate fuori programma anche da Milano, dove il consigliere Ds Carlo Rognoni ha auspicato un ritorno alla grande sulla scena internazionale della Rai, con la coppia d'oro Petruccioli-Meocci. Alla Rai quasi non ci credono: al settimo piano va in onda il «volemose bene». Un fatto talmente controcorrente, visto che poco lontano, nei palazzi del governo come dell'opposizione, le divisioni superano le convergenze. E ogni giorno il Parlamento sembra un campo di battaglia. Finita l'era delle lotte tra consiglieri, con accuse, urla e dimmissioni come nel CdA Smart di Baldassarre e delle scenate epiche tra il presidente Annunziata e il dg Cattaneo, ecco che proprio il Consiglio più lottizzato della storia, con il più alto tasso di onorevoli mai raggiunto, riesce ogni volta a trovare il modo per andare d'accordo. Non solo, ma quest'andazzo buonista e trasversale per cui al posto del «fazioso» e «indisciplinato» Giovanni Masotti si preferisce la Bruno Vespa in gonnella Anna la Rosa e si mette «Pupo» al posto di Bonolis, fa pure salire gli ascolti. A dispetto pure delle grane ancora da sanare. «Il nodo Meocci indebolisce la Rai», afferma il presidente dell'Authority Calabrò, ma il pubblico pare non ascoltarlo affatto. Infatti, la Rai del nuovo corso è partita alla grande battendo Mediaset su tutti i fronti. E i buoni risultati piacciono sia a destra che a sinistra. Ne è convinto il consigliere rutelliano doc Nino Rizzo Nervo che mette le mani avanti: «Non sarà sempre così rosa e fiori nel CdA, ma la Rai è una grande azienda e ha un governo che va avanti. Noi discutiamo animatamente su tutto, ma sulle nostre etichette prevale l'indipendenza di pensiero e la nostra coscienza. Su Anna La Rosa va tutto bene, ma in generale sono contrario alle sovrapposizioni di incarichi. E ho posto il problema anche per Riccardo Berti, Massimo Ferrario e Gigi Moncalvo, credo che appaia come un fatto molto negativo, visto che ci sono dirigenti e giornalisti che stanno al palo da mesi». Se per Rizzo Nervo quindi bisogna esere prudenti nel dormire sonni tranquilli sulla totale convergenza in CdA, la leghista Giovanna Bianchi Clerici è più fiduciosa: «Siamo tutti qui per amministrare un'azienda di servizio pubblico, quindi lo scopo è risolvere i problemi con responsabilità anche quando non siamo molto d'accordo». Decisamente scettico su questo idillio del settimo piano è Marcello Veneziani, ex consigliere Rai dell'era Cattaneo-Annunziata: «Si tratta di una fase di concordia momentanea. Voglio vedere che cosa succederà sotto le elezioni. Anche nei primi mesi del nostro governo eravamo sempre a braccetto, ma poi, la fase di innamoramento è finita. Una vera armonia del vertice Rai significherebbe autonomia dalla politica e non mi par