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Università sul piede di guerra «No alla Riforma in Senato»

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Gira voce che il decreto legge sarà discusso e votato in aula il 27, 28 e 29 settembre. E viene dato per scontato che in quella sede il Governo chiederà la fiducia. Se si riesce a far approvare il testo in Senato le chances di farlo approvare in via definitiva in Parlamento entro la fine della legislatura sono enormi. «La materia del ddl è delicata sia per i profili della libertà didattica e scientifica che contraddistingue l'insegnamento universitario, sia in relazione al principio di autonomia degli Atenei» si legge in un comunicato congiunto «Appare irresponsabile affrontare temi di notevole complessità e "sensibili" sul piano dei valori costituzionali e degli interessi di un grande numero di cittadini senza la condivisione del mondo universitario. Si apre questo assurdo dibattito parlamentare in Aula, senza che si sia cercata alcuna convergenza con i rappresentanti del mondo accademico che, con unanime deliberazione, hanno respinto il progetto». E siccome non c'è tempo per indire uno sciopero le organizzazioni universitarie invitano per il 27 settembre docenti, precari e studenti a tenere assemblee nelle sedi e ad occupare simbolicamente i Rettorati. Il 28 settembre è stata indetta una manifestazione nazionale di protesta davanti al Senato.

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