Maroni a palazzo Koch «L'incontro è andato bene»
È stato il commento del ministro del welfare Roberto Maroni dopo aver avuto ieri un faccia a faccia con Antonio Fazio. «Ci siamo detti cose nostre — ha solamente aggiunto — cose istituzionali, non amo il gossip: ci siamo detti le cose che dovevamo dirci». Dall'altro ministro leghista, Roberto Calderoli, è arrivata invece una strigliata a Siniscalco sulla Finanziaria. «Sono d'accordo con Tarolli, questa manovra non ha né ossatura elettorale e nemmeno una strategica. Oggi posso solo riferirmi alle cose lette sui giornali o a quelle riferite oralmente visto che contrariamente a quanto affermato dal ministro la bozza che doveva essere stata consegnata lunedì non è ancora arrivata, e oggi è mercoledì. L'unica cosa per cui mi sento di dissentire su Tarolli è quando dice che deve essere riscritta. Per quanto riguarda la Lega la riforma deve essere ancora scritta». «Sarà bene — ha concluso il ministro leghista — che Siniscalco si dedichi un po' meno alla Banca d'Italia e alle vicende e agli interessi collegati e pensi di più, dall'altro ieri, agli interessi del Paese e dei cittadini». Ma Ivo Tarolli è intervenuto anche sulle quote di partecipazione in Bankitalia. «È necessario che il ministro dell'Economia si faccia protagonista affinché si arrivi ad una modalità di calcolo comune» sul valore delle quote di partecipazione. Il vicecapogruppo Udc in Senato ha commentato così la stima resa nota ieri dall'Abi, ben superiore a quella fornita dal Tesoro. «Il problema non è la stima — spiega — Non dico che ha ragione l'uno o l'altro, ma bisogna trovare un accordo sui parametri da utilizzare. Ne ho parlato con Siniscalco la scorsa settimana e anche lui ha detto che bisogna mettersi d'accordo. La questione non va affrontata a seconda di chi fa la stima, ma va affrontata da parte del ministro dell'Economia e dei soggetti interessati, come appunto l'Abi, per trovare un metodo convergente».