Tutti al lavoro per la Grosse Koalition
Tutti scontenti, tutti sconfitti, e tutti condannati ad allearsi in coalizioni coatte che nessuno vuole. Sfumate le due sole coalizioni che avrebbero permesso al paese di proseguire la marcia delle riforme, i protagonisti della politica sono impegnati adesso in un lavorio incessante per cercare chi di restare al potere, chi di arrivarci. Per la riedizione della coalizione rosso-verde auspicata dal cancelliere Spd Gerhard Schroeder, i numeri non ci sono. E nemmeno per una nero-gialla (Cdu-Csu e liberali della Fdp) come sperava la sfidante Angela Merkel. Il popolo, richiamato alle urne con un anno di anticipo, ha parlato, ma il voto espresso è ambivalente: si è rifiutato di ridare la fiducia a Schroeder ma l'ha negata anche alla Merkel. Gli elettori erano stufi dei rosso-verdi ma della Merkel non si sono fidati. Il quadro adesso è aperto a ogni sperimentazione tranne un paio che però, se il tira e molla fra partiti dovesse protrarsi a lungo, potrebbero anche rientrare in gioco: da una grande coalizione fra Cdu e Spd, a una "coalizione semaforo" con Spd, Verdi e liberali della Fdp, fino a una con Spd, Verdi e Partito della Sinistra. Se nulla di questo accadesse i commentatori propendono per la totale ingovernabilità e un nuovo ricorso alle urne. D'altronde i dati parlano chiaro. La Cdu-Csu è arrivata al 35,3% (38,5% nel 2002), la Spd al 34,3% (38,5%), i liberali al 9,8% (7,4%), i verdi sono all'8,1% (8,6%) e il partito di Sinistra all'8,7% (4% la Pds nel 2002). Secondo gli analisti demoscopici a pesare sulla sconfitta della Merkel sono stati diversi fattori. La scelta sbagliata dell'esperto di finanze Paul Kirchhof, che ha terrorizzato gli elettori con la sua visione radicale di semplificazione fiscale (aliquota unica al 25%). La prospettiva di una grande coalizione che ha messo in fuga verso la Fdp gli elettori Cdu-Csu. La campagna finale all'adrenalina di Schroeder e un evidente deficit di carisma e di credito della Merkel. Dal canto suo Schroeder è riuscito a rimettersi in pista e far credere di poter restare cancelliere. Ora il leader della Spd esclude un ruolo "junior" del suo partito in una eventuale grande coalizione. La Cdu-Csu idem, e la Merkel dice di avere lei il diritto, in quanto primo partito, di avviare i colloqui per la formazione del nuovo governo. Ma la Spd l'ha già bruciata sul tempo mandando inviti ai partiti per sondare le possibilità di coalizioni. Intanto il leader dei liberali della Fdp Guido Westerwelle, vero vincitore delle elezioni, ha già ribadito il suo no a qualsiasi colloquio con il cancelliere uscente.