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Rutelli sfida gli alleati

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Ieri il leader della Margherita ha lanciato l'idea dei "Ccs" (Contratti di convivenza solidale), validi anche per gli omosessuali, ma ha ribadito la sua netta contrarietà ai matrimoni gay e a figure giuridiche simil-matrimoniali. Per la verità Rutelli ha preciato di esprimere una «opinione personale nota da tempo» e di non intervenire da Presidente della Margherita, anche se ha affidato la sua riflessione in tre punti al sito ufficiale del partito. «Occorre assicurare la protezione dei diritti civili degli omosessuali - ha detto -, anche perché inaccettabili aree di discriminazione persistono nella società italiana». Ciò premesso, Rutelli ha lanciato l'idea dei "Ccs". «Nella prossima legislatura - ha affermato - sarà possibile definire una normativa che regoli i Contratti di Convivenza Solidale per tutte le persone che intendono vivere insieme, prestandosi mutua assistenza, con beni e abitazione in comune». Infine il terzo passaggio della riflessione: «È da escludere per l'indicazione tassativa dell'articolo 29 della Costituzione, il "matrimonio gay", così come altre figure giuridiche che possano introdurre forme simil-matrimoniali. Su queste basi credo si possa trovare una larga convergenza nell'Unione, e soprattutto presso l'opinione pubblica, risolvendo così alcuni problemi significativi». Immediate le reazioni. Mentre la maggioranza applaude alla proposta di Rutelli il centrosinistra attacca. «Non si cominci a giocare a ribasso. Il Pacs è già una mediazione, al di sotto non c'è la garanzia di diritti» è stata la risposta di Franco Grillini (Ds) alla lettera di Francesco Rutelli. Per il Verde Paolo Cento, invece, «È sbagliato ridurre le unioni civili a un fatto privato, con una logica "privatistica". Noi vogliamo che siano riconosciute pubblicamente». Dura anche la reazione della deputata del Prc Titti De Simone: «La proposta di Rutelli sui contratti di convivenza sociale non è nè comprensibile nè condivisibile».

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