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Assalto all'Italia, Scajola chiama l'Europa

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Il ministro delle Attività produttive: «Deve prevalere la creazione di aggregazioni industriali continentali»

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È la ricetta che il ministro per le attività produttive Claudio Scajola ha in mente per quel che riguarda la nuova tranche di privatizzazioni di quel poco di industrie ancora in mano allo Stato. E potrebbe anche essere una ricetta per contrastare l'ingresso del colosso Gazprom in Italia. La società russa è infatti pronta ad acquistare la quota pubblica che la Snam (società controllata dall'Eni) deve mettere sul mercato entro il 2007. Infatti, così come previsto dalla legge Marzano la partecipazione dello Stato entro quella data dovrà scendere dal 51 per cento odierno al 20 per cento. Intanto però le privatizzazioni proseguono, soprattutto per far cassa in tempo di Finanziaria. La cessione di Snam Rete Gas, Borsa elettrica e di parte della Sogin — la società del Tesoro che si occupa di gestire lo smantellamento dei nostri vecchi impianti nucleari e di mettere in sicurezza le pericolose scorie atomiche — potrebbe far affluire 5 miliardi di euro nelle casse dello Stato. A sollecitare «particolare attenzione alle privatizzazioni di imprese energetiche che possono garantire un contributo al bilancio statale di 5 miliardi di euro per il 2006-2008» è proprio il Piano Triennale 2006-2008 del Ministero delle Attività produttive con gli indirizzi e priorità di politica industriale, voluto dal ministro Claudio Scajola. Il piano suggerisce che per Snam Rete gas possa essere seguito «un percorso analogo a quello adottato per Terna», la società delle reti elettriche di cui ieri Cdp ha acquisito il 30%. L'operazione Snam Rete Gas «potrebbe concludersi nel 2006» afferma il documento. Fra le novità del Piano anche la privatizzazione della Borsa elettrica oggi gestita dal Gestore del Mercato elettrico. «In accordo con il Tesoro verrà promossa la privatizzazione del Gestore del mercato elettrico (Gme)» ma anche, si legge nel testo, la «parziale privatizzazione» della Sogin e la «razionalizzazione e ristrutturazione delle attività di intermediazione e supporto oggi svolte dal Grtn, Acquirente Unico e Cassa Conguaglio». Ma quello che emerge dal Piano è anche il rilancio della grande impresa, puntando però in particolare sulla chimica di base e sull'automotive, lo sviluppo dell'auto ecologica. Lo Stato affiancherà le imprese non solo attraverso sostegni finanziari ma favorendo anche l'incontro con istituti di ricerca nazionali e internazionali. Così come un intervento pubblico sarà necessario per ridurre fattori di costo strutturali come quelli energetici o di impatto ambientale che incidono in modo determinante sulla competitività delle imprese metallurgiche. Di sicuro però l'interesse della Gazprom verso l'Eni e la Snam fa discutere. Ieri fonti dell'azienda hanno smentito che ci sia stata una manifestazione di interesse per acquistare il pacchetto di azioni della Snam. Eppure proprio di quello avevano parlato Berlusconi e Putin nel loro incontro nella dacia del presidente russo. E a quei colloqui ha fatto seguito il passo ufficiale del colosso russo. Del resto la «battaglia del gas» ha visto così solo qualche giorno fa la sigla di un accordo strategico fra lo stesso Putin e il Cancelliere Gerhard Schroeder per la costruzione di un maxi-gasdotto del Baltico; oltre 2000 chilometri per far affluire 55 miliardi di metri cubi di gas russo sui mercati tedeschi a partire dal 2010. E a maggio l'Eni ha raggiunto un accordo per la cessione alla Gazprom di 2 miliardi di metri cubi di gas (sui 24 importati complessivamente dalla società) rendendoli disponibili per la vendita diretta. In contropartita l'Eni ha ottenuto un prolungamento dei contratti di fornitura a lunga scadenza «take or pay» e una maggiore flessibilità commerciale.

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