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Sulle ali di una fervida fantasia

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Dico pirandelliano perché la «fonte qualificata» produce talvolta invenzioni. Come accaduto quel giorno della presunta e infondata telefonata fra Quirinale e Banca d'Italia. Invenzioni o abbagli che certamente han bisogno di essere confutate, perché quel «si dice» vola così rapido e apparentemente innocuo, da non apparire subito come un «è». Ma lo diventa, si rafforza di bocca in bocca, di lettura in lettura. Passa i confini. Si trasforma in verità. Se non è subito fermato quel folle volo giunge a destinazioni inimmaginabili. E l'origine si perde. «Fonti qualificate», ma sempre anonime. E comunque pervicacemente difese come «buone fonti». Probabilmente simile evanescente e misteriosa origine hanno voci indiscrezioni e anonime testimonianze su un inesistente «processo» al Governatore della Banca d'Italia davanti alla Banca centrale europea. Sulle note vicende invece da palazzo Koch è stata trasmessa tradotta in inglese la relazione tenuta dal Governatore di fronte al Cicr il cui testo da tempo era pubblico. Su quel testo sono stati chiesti due chiarimenti sotto forma di domanda scritta dal presidente della Bce, Jean Claude Trichet. I due approfondimenti sono stati forniti nella maniera più ampia possibile nella sede istituzionale preposta. D'altra parte la Banca di Italia nella sua storia e per stessa vocazione ha sempre fornito tutti i chiarimenti necessari con la massima trasparenza e sperando di fornire risposte esaustive, naturalmente sempre e solo nelle sedi istituzionali. Questo non ha impedito a fervide fantasie di prendere il volo, istituendo a guida di curiosi tribunali, perfino comitati etici della Bce anche autorevolmente presieduti. Autorevoli, è vero. Ma inesistenti. BanKoch

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