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Siniscalco sempre più solo continua ad attaccare

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Per questo motivo, spiega il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco, è intervenuto l'esecutivo. Anche perché, seppur solo parlandone, «in sede di discussione del ddl risparmio» si erano riscontrate «anomalie sui temi legati alla struttura della Banca d'Italia». Anomalie, queste, che hanno portato in Italia a scandali quali i crac finanziari di Cirio e Parmalat. E proprio parlando del ddl risparmio, Siniscalco si dice convinto che vada approvato «in tempi brevi e con decisione». Il rischio, secondo il ministro, è che «senza regole il nostro mercato dei capitali sia emarginato»: è la riforma «più importante da portare a termine», dichiara secco. Con l'emendamento del governo al ddl risparmio, prosegue, «può nascere una Banca d'Italia più moderna», perché i tempi sono cambiati e anche la struttura «deve cambiare». La proposta di modifica avanzata dall'esecutivo, spiega infatti, «propone una riforma che corregge le regole in senso più moderno, intervenendo su collegialità delle decisioni, trasparenza degli atti, regole più certe, mandato a termine del Governatore». Nell'emendamento proposto, aggiunge il ministro, «non vi è nulla di originale sul piano organizzativo, ma si adottano anzi i principi primitivi» che «andranno anche recepiti nello statuto della Banca e nelle istruzioni di vigilanza» consentendo così «un'evoluzione della Banca d'Italia, una delle istituzioni più prestigiose del Paese che va tutelata nella propria indipendenza e reputazione». Restano fuori dall'emendamento del governo, e sono temi ancora da discutere, la tutela della concorrenza nel settore bancario e un miglior coordinamento tra le autorità. «Il Consiglio dei ministri - afferma - ha espresso l'orientamento di muovere in modo più netto verso un modello di vigilanza per finalità anziché per soggetti e su cui ascolteremo con grande attenzione il dibattito parlamentare anche perché questa è l'occasione finale di dare un assetto razionale al nostro sistema». E poi l'attacco alla Bce: gli appunti e le critiche che vengono mossi al nostro Paese «nascono dal sospetto che vi sia stato un intento più o meno esplicito di difendere l'italianità delle banche con strumenti amministrativi e comportamenti discriminatori delle autorità», osserva Siniscalco. Una condotta, spiega il ministro, «contraria alla stessa logica del mercato unico europeo e in palese contrasto con la funzione propria delle moderne autorità di vigilanza e mercato che devono regolare gli interessi in contrasto e non favorirne uno a dispetto di un altro».

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