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«Confusione politica, rischio svolta autoritaria»

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A dar voce ai timori della Comunità ebraica è il vicepresidente Riccardo Pacifici. L'altra sera a margine di un dibattito sul libro del giornalista Magdi Allam, «Vincere la paura», Riccardo Pacifici ha espresso le preoccupazioni degli ebrei. «Un soggetto esterno agli attuali protagonisti politici del nostro paese - ha spiegato Pacifici - potrebbe dare una svolta autoritaria in un momento di difficoltà economica, di confusione istituzionale, coagulato dal fenomeno terroristico». Cosa intende per soggetto esterno? «Non mi riferiscono ai politici di destra o sinistra ma è una riflessione su quanto accaduto in passato. Nel momento in cui un Paese perde la propria unità di valori, discorsi populisti demagogici possono coagulare forze reazionarie e portare a scelte autoritarie appunto». Una strigliata alla politica? «Un invito a non perdere di vista i comuni denominatori della nostra società. L'unità del Paese di fronte a eventi drammatici come i sequestri di italiani in Iraq o la strage di Nassiriya hanno consentito di raggiungere risultati positivi. Ora quando si mette in discussione la validità, per esempio, delle espulsioni dei predicatori d'odio, rischiamo di scivolare verso una zona dove il dubbio e il pregiudizio prendono quota. Questo può accadere soprattutto quando parliamo di integrazione con gli stranieri». Cosa suggerisce? «Con grande umiltà il piccolo contributo della Comunità ebraica per evitare che questo accada e lavorare fortemente sull' integrazione, sapendo dare accoglienza a questi nuovi cittadini, chiedendo loro il rispetto dei codici e dei valori del paese in cui sono venuti a vivere. Avendo però dei valori fermi comuni a tutti». In questo ambito si colloca anche il caso Luzzatto? «Non è affare della Comunità ebraica romana entrare nel merito delle decisioni che spettano ai consiglieri dell'Unione delle comunità. Una cosa però è certa, che le polemiche seguite all'intervista non sono nate per le doverose condanne espresse da Luzzatto nei confronti del responsabile del Credito di Forza Italia Crosetto. Condanne che tutti abbiamo apprezzato all'unanimità; quanto piuttosto per l'aver definito Camillo De Benedetti, scomparso alcuni anni fa, non appartenente alla comunità ebraica. Motivo per il quale il figlio Mario, membro del collegio dei Probiviri, aveva presentato le sue dimissioni». Mau.Pic.

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