«Soffro moltissimo, mi hanno frainteso»

Per i Ds, come dice Piero Fassino, quello sui Pacs è solo un «polverone»; però, la polvere non si abbassa ancora. Anzi, il tema continua a dividere, e non solo la maggioranza e l'opposizione. Dentro le coalizioni emergono punti di contrasto che portano Clemente Mastella a ribadire di essere pronto a rompere con l'Unione. Inoltre, dal mondo cattolico continuano ad arrivare prese di posizione che alimentano il contrasto. Stavolta è il Sir, agenzia che viene considerata una specie di voce informale dei vescovi, a ribadire che la Chiesa intravede dietro ai Pacs una politica dei «piccoli passi» che avrebbe come sbocco finale il superamento della famiglia tradizionale. Se l'Osservatore Romano aveva preso di mira Prodi, il Sir parla in generale. Ma sono soprattutto le considerazioni di Prodi e di Fassino a sottolineare come su questo tema potrebbe delinearsi uno schieramento trasversale. Il segretario dei Ds parla di «posizioni ragionevoli» nella Cdl che possono portare ad una soluzione contrattuale per regolare i rapporti fra i partner della coppia di fatto, mentre Prodi auspica che dopo Fini ci siano «tante altre» prese di posizioni a favore di una soluzione legislativa che, ribadisce il professore, non ha nulla a che fare con i matrimoni omosessuali e che riguarda solo in piccola parte le coppie dello stesso sesso. «Questo è un modo voluto di fraintendere il mio pensiero», afferma Romano Prodi parlando della polemica. «Io ne sto soffrendo tantissimo - continua il leader del centrosinistra - ma vedo che la gente capisce che si fa un discorso civile, serio, a cui milioni di persone sono interessate nella loro vita. Non confondo la famiglia ed il suo fondamento, e cioè il matrimonio, con la necessità di risolvere queste situazioni». L'invito a calmare le acque, però, non basta a chiudere le polemiche nell'Unione, dove c'è chi insiste a considerare l'apertura di Prodi un «passo avanti», come afferma Fausto Bertinotti (il che implica che altri passi potranno seguire), e chi invece, come Clemente Mastella, ritiene che l'Unione debba evitare di assumere qualsiasi impegno sui Pacs. I segretari del Prc e dei Popolari-Udeur assumono le posizioni estreme nella coalizione. Bertinotti formalizza il proprio impegno a sostenere tutte le richieste del movimento omosessuale con una lettera al presidente dell'Arcigay, Sergio Lo Giudice. Per contro, Mastella tiene il punto sul fatto che i Pacs non sono stati inseriti nel programma dell'Unione e non devono esserlo ora. Tuttavia, più che con Bertinotti o con lo stesso Prodi, i rapporti per Mastella si fanno difficile con i Ds e, soprattutto, con la Margherita. A dividere i due partiti di centro della coalizione è un complesso di questioni, che trovano comunque nella vicenda dei Pacs il punto di emersione. Nella Margherita c'è irritazione per l'accostamento che Mastella ha fatto fra Prodi e Zapatero; mentre i Popolari-Udeur lamentano che le loro posizioni di principio vengano descritte in modo «caricaturale», come dice il coordinatore Mauro Fabris. Il risultato è che il tema dei Pacs finisce per creare tensioni non solo fra chi sostiene posizioni diverse, ma anche fra chi si colloca in aree di rappresentanza contigue.