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«Salvare l'Onu, non metterlo da parte»

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La pioggia è arrivata all'improvviso dopo un'intera giornata di sole, proprio mentre al termine dei saluti iniziali, gli organizzatori sul palco stavano leggendo il messaggio ai partecipanti inviato dal presidente della Repubblica. In pochi minuti, le migliaia di persone presenti hanno cominciato ad allontanarsi. C'era anche una coppia di sposi provenienti dalla California che ha scelto Assisi e l'11 settembre per il proprio matrimonio e che si è poi unita al corteo (la sposa ancora in abito bianco) con la bandiera della pace in mano. C'erano il segretario dei Ds Piero Fassino, i presidenti delle Regioni Umbria, Maria Rita Lorenzetti, Puglia, Nichi Vendola, Piemonte, Mercede Bresso, e Marche, Gian Mario Spacca, la giornalista Giuliana Sgrena, il direttore della sala stampa del Sacro collegio, padre Enzo Fortunato e molti altri. Tutti insieme sul palco per rivolgere un appello al vertice dei capi di stato delle Nazioni Unite, per ricordare la tragedia dell'11 settembre, per sollecitare la lotta alla povertà, per parlare di New Orleans e delle altre catastrofi naturali del mondo. Era anche previsto un ricordo di Nicola Calipari e di Giovanni Paolo II «defensor pacis». Il maltempo ha però fatto saltare i piani e - sul palco per ripararsi dalla pioggia - un ragazzino continuava a chiedere agli organizzatori quali fossero le «proposte per il futuro dei giovani, perchè noi non crediamo più a niente». Intanto il portavoce della Tavola della pace, Flavio Lotti, ha spiegato ai giornalisti i contenuti dell'appello «pieno di proposte concrete» che gli organizzatori della Marcia rivolgeranno ai capi di stato presenti al vertice dell'Onu. «Innanzitutto - ha detto - salvare l'Onu e non metterlo da parte, che vuol dire investire ancora una volta sul multiculturalismo e non sull'unilateralismo. Poi nominare un'assemblea generale dell'Onu che porti un pò più di democrazia all'interno di quel Palazzo, costituire un consiglio di sicurezza economica, sociale e ambientale che prenda in mano le vere, grandi emergenze del nostro tempo. E ancora - ha continuato Lotti - dire no alla guerra preventiva e cercare di mettere in piedi tutto quello che si può realmente fare per prevenire i conflitti. Infine aprire le porte di questo Palazzo di vetro alla società civile e agli enti locali perchè è con loro che oggi le Nazioni Unite e i paesi di tutto il mondo possono cercare di costruire un futuro e un presente migliore». «Questa - ha spiegato Lotti - è stata una marcia difficile da organizzare anche perchè oggi è l'11 settembre. L'11 settembre quattro anni dopo costringe a fare un bilancio. Oggi il New York Time pubblica una foto di Bin Laden con la scritta: Ha vinto lui. Io penso - ha concluso il portavoce della Tavola della pace - che certamente ha perso la guerra. Non si è rivelata uno strumento capace di vincere il terrorismo. Il risultato della Marcia dimostra che ci sono tante persone pronte a rimboccarsi le maniche per cambiare il mondo».

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