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I centristi eccedono nel pessimismo Ma litigare non avvantaggia nessuno

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Bisogna arrestare l'emorragia di critiche che rischiano di superare la soglia della costruttività trasformandosi in posizioni che danneggiano la coalizione». All'indomani del botta e risposta tra Berlusconi e l'Udc è il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani, a lanciare un invito ad abbassare i toni. «Perchè così non si va da nessuno parte» avverte. Il rapporto tra Forza Italia e l'Udc è molto fragile, lei crede nella possibilità che se non dovesse andare in porto la riforma della legge elettorale, l'Udc possa correre da sola al voto? «Mi rifiuto di pensare che i dirigenti dell'Udc accarezzino questa ipotesi. Perderebbero loro e indebolirebbero la coalizione. Insomma non conviene a nessuno. Sulla riforma elettorale abbiamo aperto un tavolo, come ha detto Berlusconi, e c'è la volontà di una discussione seria con l'Udc». È possibile la formazione di un grande centro che raccolga le forze moderate di entrambi i poli? «Non mi pare che ci siano i presupposti per la scomposizione dei poli. Credo piuttosto alla creazione del partito unico dei moderati che si può fare anche prima delle elezioni». Ma sul partito unico Berlusconi è stato chiaro, se ne parla dopo le elezioni. «Sono dell'dea che non è facile ma è un dovere tentare». Eppure il premier sostiene che penalizzerebbe la coalizione perchè si perderebbe il riferimento ai simboli dei diversi partiti. «Per questo c'è la proposta di Urso che prevede un simbolo unitario con accanto i simboli originari dei partiti costituenti». Ma che vantaggio si avrebbe a farlo prima delle elezioni? «Il vantaggio è che in campagna elettorale oltre a far leva sui meriti del governo si potrà parlarew dei valori comuni seppur nel rispetto delle diverse sensibilità dei protagonisti». Lei crede ai sondaggi? Non solo a quelli che vi danno vincenti. «Se si riferisce al sondaggio Acli che la Cdl in svantaggio di 9 punti rispetto al centrosinistra, Berlusconi lo ha già smentito. Facciamo fare i sondaggi ai professionisti e le Acli è la prima volta che fanno questo tipo di rilevazioni. Ci sono sondaggi che ci danno alla pari con l'Unione di Prodi». Casini però sembra prenderli sul serio. «Casini ha avallato lo scetticismo non il sondaggio. Secondo me il pessimismo è utile quando è stimolo è costruttivo, ma quando è ripetitivo diventa catastrofismo. E c'è un alleato che quotidianamente eccede in questo pessimismo». Si riferisce all'Udc? «Non voglio far polemica anch'io ma se accanto al pessimismo si aggiungesse anche un pizzico di entusiasmo per tenere alto il morale degli elettori, non sarebbe male». Vuol dire che avete segnali di disaffezione da parte dell'elettorato? «Se il nostro elettorato è incerto è a causa di queste fibrillazioni all'interno della Cdl, non perchè è tentato di votare a sinistra. Per questo è fondamentale lavorare per tenere unita la coalizione e muoversi sempre nella logica della collaborazione». Condivide le critiche di Brunetta? «È stata un'uscita eccessiva, forse si è lasciato prendere dalla sua foga caratteriale e dall'auditorio del pubblico di Gubbio. Ha sbagliato ad attaccare Ciampi e Letta. Di Letta ce ne vorrebbero almeno una decina, ha dimostrato di essere tutore delle regole del Paese». Brunetta ha anche detto che la maggioranza ha avuto una sudditanza psicologica verso la sinistra. È d'accordo? «Su questo aspetto sono d'accordo. Abbiamo mostrato un'indole permissiva e garantista. Abbiamo approvato una legge che garantisce lo spoil system ma ci siamo trovati occupati i posti dirigenziali dalla sinistra. È stata una legge che abbiamo utilizzato poco. Le nomine le abbiamo fatte in base alla qualità e non solo sull'appartenenza. La sinistra è faziosa al massimo e questo andrebbe spiegato in campagna elettorale. Si è ecceduto in questo liberismo e Brunetta un pizzico di verità ce l'ha. Non è un problema di sudditanza alla sinistra ma è una questione di mentalità, noi guardiamo alle capacità». Vuol dire che i manager capaci li avete t

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