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Caro-petrolio, aiuti alle famiglie più deboli

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La bolletta petrolifera e l'aumento dei prezzi però preoccupano, soprattutto le famiglie più deboli. Per questo l'Ecofin ha parlato di eventuali misure a favore dei redditi di queste fasce di popolazione e il Belgio ha già individuato un primo schema di intervento, ha raccontato il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco. Per l'Italia il responsabile del ministero delle Finanze pensa alla possibilità di misure da adottare già prima della Finanziaria, in modo da avere effetti positivi senza arrivare a gennaio 2006. Si tratta di provvedimenti tutti da definire, che andranno approvati «collegialmente» e che certamente hanno bisogno di copertura. All'Ecofin, tra le proposte formulate, c'è quella di utilizzare gli extra-dividendi delle compagnie petrolifere, ipotesi formulata dal francese Thierry Breton. Aziende «che sono in parte di proprietà dello Stato». «Mi sembra più logico andare ad individuare una copertura di quel tipo, piuttosto che andare a colpire qualcosa che non c'entra niente», ha detto Siniscalco, ma ha anche spiegato che gli interventi per i più colpiti dal caro petrolio sono ancora «discorsi preliminari», anche se c'è l'auspicio che «si concretizzino presto». I responsabili economici dei Venticinque paesi dell'Unione intendono anche discutere con le industrie del settore energetico per sostenere la ricerca di fonti alternative mentre tre o quattro ministri europei si recheranno in missione presso i paesi produttori anche per discutere la possibilità di finanziare nuove esplorazioni petrolifere. «Ci sono buoni motivi per non drammatizzare» l'effetto del caro-greggio sulla crescita italiana, ha messo in evidenza il vicedirettore della Banca d'Italia, Pier Luigi Ciocca, intervenuto da «neofita», come ha sottolineato, alle riunioni dell'Ecofin, in sostituzione di Antonio Fazio. Non bisogna drammatizzare, avverte l'economista di via Nazionale, perché finora l'effetto del caro greggio è stato dettato dalla domanda e non siamo in presenza di uno choc d'offerta. Insomma anche dopo le conseguenze devastanti dell'uragano Katrina sull'oro nero dei Caraibi non dovrebbero esserci ripercussioni immediate sulla crescita italiana. «Credo», ha precisato Siniscalco, «che dipenda da tanti fattori, petrolio incluso, ma i livelli di prezzo attuali mi spingono a non fare previsioni al ribasso o al rialzo per i prossimi 12-18 mesi». Petrolio tra i temi portanti dell'Eurogruppo e dell'Ecofin, ha affermato Siniscalco, anche in previsione del prossimo G7, accanto ai tradizionali argomenti di discussione degli Ecofin informali. Sicuramente, ha avvertito il ministro, una delle indicazioni emerse con più chiarezza a Manchester, riguarda la non introduzione di misure fiscali distorsive o di sussidi. Pochi accenni alla Cina, invece, se non per una battuta, ricordata da Siniscalco, forse anche per rompere la leggera tensione per l'insolita composizione della delegazione italiana, dovuta all'assenza di Fazio. «Ieri eravamo a cena — ha raccontato sorridendo Siniscalco — e qualcuno ricordava come la Cina era la più grande potenza economica prima del 1850 e potrebbe tornare ad esserlo nel 2050. Qualcun altro ha osservato: sì, ma se non adotta il patto di stabilità».

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