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Berlusconi promette: niente tasse su Bot e Cct e chiede a Follini di smetterla con i litigi

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È un Berlusconi in gran forma, con una verve dimenticata da tempo, quello che ieri dividendosi tra la Fiera del Levante e la Scuola di formazione di Forza Italia a Gubbio, ha parlato a tutto campo con un vero e proprio discorso programmatico. In maniche di camicia («scusate se faccio il descamisado») nell'affollata sala del seminario di Gubbio alternando battute scherzose a metafore calcistiche, con lo stesso vigore sferza la sinistra e lancia appelli all'unità all'Udc, indica le strategie di politica estera e anticipa i contorni della prossima Finanziaria. Ostenta smalto e ottimismo, arringa gli azzurri assiepati nella sala del seminario di Gubbio, mentre qualcuno dalla platea commenta: è quello di un tempo, forse ce la facciamo. E lui scherza con chi gli si fa attorno: nella mia vita ragazzi ho fatto tanti mestieri ma non il buttafuori; fa il galante e fa sedere accanto a lui una signora rimasta inpiedi; torna sulla battuta di Tahiti: non ci sono mai andato e temo che non ci andrò mai. In tasca ha il sondaggio delle Acli che vedrebbe il centrosinistra in vantaggio di 9 punti percentuali. La soluzione? Restare uniti e compatti, è la ricetta del premier che non resiste alla tentazione di lanciare una stoccata all'indirizzo dell'Udc: «basta con i litigi: questa è la vera discontinuità. Dobbiamo dimostrare come coalizione, di essere squadra, basta con le divisioni interne». Quanto al rapporto con la Lega, Berlusconi avverte che «Bossi abbandonerebbe l'alleanza se non si porterà a termine la riforma sul federalismo». E se Casini ha preso sul serio il sondaggio Acli, Berlusconi si dice convinto che sarà ancora la Cdl «a caricarsi della responsabilità di guidare il Paese». Poi arrivano gli attacchi all'opposizione che «non ha idee con il luccichio di intelligenza e novità». E poi a dimostrare che la sinistra non ha la capacità di governare, Berlusconi ricorda che «nei cinque anni del loro governo non hanno fatto una riforma, hanno cambiato 3-4 premier e hanno fatto l'euro con un cambio che impoverisce le famiglie». Parte poi all'attacco dell'opposizione sulla questione morale dicendo che la maggioranza «non ha mai rubato, a Palazzo Chigi non c'è una marchant bank, non ha messo le mani nelle tasche degli italiani e non ha mai mandato la Guardia di Finanza a casa di nessuno». Poche ore prima intervenendo alla Fiera del Levante a Bari, il premier aveva indicato le linee del suo programma elettorale. «Non aumenteremo le tasse sul risparmio, non vogliamo redistribuzione del carico fiscale ma intendiamo diminuire complessivamente la tassazione». E poi promette che non saranno tassati Bot, Cct, risparmio e patrimonio, successioni e donazioni. Tutto questo è possibile perchè, sostiene il premier, l'economia sta migliorando come dimostra la revisione delle stime Ocse sulla crescita del pil dell'Italia e dei Paesi dell'Unione. «Non è un dato trionfale - ammette - ma è significativo che ci sia un'inversione di tendenza che potrà innescare una più robusta ripresa nel 2006. E poi queste cifre si riferiscono al pil ufficiale, non a quello sommerso che è sempre imponente» E punta il dito contro chi a sinistra diffonde pessimismo e catastrofismo. Un dato? «La disoccupazione vera è poco più del 3%». Critica anche i «Soloni della scienza economica che forniscono queste cifre e che se fossero davvero bravi avrebbero fatto gli imprenditori per se stessi invece di criticare gli altri». A Bari, di fronte a un parterre istituzionale tutto di centrosinistra, fianco a fianco con il presidente della Regione Puglia dichiaratamente comunista, Berlusconi ha avuto poarole di cortesia per Nichi Vendola ma ha bacchettato il sindaco Emiliano a proposito delle lamentele sui tagli agli enti locali. «A me non risulta un taglio alle risorse per gli enti locali ma solo un contenimento al 2% dell'aumento dell'Irap». Poi ha invitato a riflettere sull'incremento delle tasse locali ipotizzando la necessità di una riforma «che ponga un freno al fenomeno per evitare che a livello locale s

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