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Fu anche criticato per Cesare Geronzi

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Quando il Governatore parlò con il signor Rijkman Groenik, gli disse: «siamo disponibili ad esaminare l'operazione. Ma voi restate al 12 per cento». Lui rispose «ah, no. Noi meno del 20 per cento non siamo interessati a controllare». Non era una opposizione immotivata, perché sopra una certa quota si avrebbe avuta la maggioranza assoluta del patto di sindacato raggiungendo senza alcun beneficio di azionisti terzi il controllo effettivo dell'istituto di credito. Il potere discrezionale della Banca d'Italia fu usato anche nel caso di Bipop. Quell'istituto aveva molti pretendenti. Primo fra tutti la Banca poplare di Lodi di Giampiero Fiorani. Fra gli altri la Banca popolare di Milano e soprattutto Capitalia. Il gruppo presieduto da Cesare Geronzi si era molto sbilanciato verso il Mezzogiorno attraverso alcune acquisizioni (su cui per altro non era stato chiesto parere e men che mai ricevuto alcuna indicazione preventiva) e quindi aveva necessità di riequilibrare la propria allocazione sul teritorio. In quel caso fu detto di no alla Popolare di Lodi e dato il via libera a Capitalia, suscitando non poche polemiche politiche, soprattutto da parte della Lega Nord. BanKoch

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