Armani: «Fa bene a resistere, c'è linciaggio mediatico»
Il parlamentare si riferisce in primo luogo alla puntata di Matrix, su Canale 5, definita «l'indecente processo» al governatore della Banca d'Italia, «allestito da Enrico Mentana». Dopo questa trasmissione, prosegue Armani, «non ho alcuna difficoltà a ribadire la mia serena fierezza per aver condotto alla Camera sul ddl risparmio, insieme a tutto il mio partito del quale sono orgoglioso di figurare tra i fondatori, la battaglia in difesa dell'indipendenza della nostra banca centrale che, pur rientrando nel sistema Bce, verrebbe pericolosamente vulnerata anche dal finanziariamente velleitario trasferimento alla stato delle sue quote di partecipazione al capitale, magari per sanare un conflitto di interessi che già le norme comunitarie impediscono». Armani prosegue sostenendo che il «linciaggio mediatico» non ha «alcun fondamento giuridico concreto, come ha dimostrato l'ignorata ma esemplare sentenza del Tar Lazio, nonchè la puntuale relazione fatta al Cicr, senza contare la sostanziale insussistenza di rilievi penali (ci sarà pure un giudice a Berlino)». Inoltre, per Armani, il «linciaggio» di Fazio sarebbe «largamente eterodiretto e stimolato dall'estero»; per questo, Armani indica in particolare il nome del ministro olandese Gerrit Zalm, «parte in causa in una delle Opa e grande amico del nostro titolare dell'economia». E il senatore di Forza Italia Luigi Grillo incalza. «Deve cessare questa colossale campagna denigratoria di aggressione morale che non ha precedenti nella storia repubblicana. Nel dibattito sulla Banca d'Italia si dice, da taluni, che il Governatore è persona di alta moralità, di grande rigore, e a me non sembra certo che si possa dire diversamente. Ma si dice anche che i procedimenti e gli atti relativi alle Opa Antonveneta e Bnl sono stati regolari; si afferma che la legittimità non è in discussione (semmai, si aggiunge, cripticamente, che il problema è quello delle regole)». «Ma allora, se è così, se moralità e legittimità sono pienamente presenti, come si giustifica la successiva prospettazione delle dimissioni?