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Forza Italia, cambiano gli equilibri decolla la squadra Tremonti-Scajola-Pera

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Anche se nulla è stato formalizzato, è questo è peraltro nello stile di Berlusconi, di fatto gli equilibri al vertice del partito si stanno modificando. Il sistema di pesi e contrappesi dentro Forza Italia sta mutando. In vista di quella che si profila come la più difficile campagna elettorale della storia di FI, Berlusconi ha rafforzato la sua squadra di fedelissimi. Di coloro che non solo si occuperanno in prima persona di organizzare la macchina elettorale ma che avranno il compito di tessere relazioni con ambienti della società civile e religiosi ma soprattutto che dovranno aiutare il premier nel difficile compito di gestire il rapporto con l'Udc. La questione della legge elettorale proporzionale rischia di essere una bomba a orologeria se non verrà ben gestita. E il terreno è quanto mai scivoloso. La squadra è stata messa in campo nella serie di incontri che Berlusconi ha avuto questa estate in Sardegna. Quindi i punti di riferimento del premier oltre al coordinatore Sandro Bondi e al vice Fabrizio Cicchitto, sono anche Marcello Dell'Utri, il ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola, il ministro dell'Interno Beppe Pisanu e il presidente del Senato Marcello Pera. Negli ultimi mesi inoltre il vicepremier Giulio Tremonti è tornato ad avere un ruolo di primo piano nel «cuore» di Berlusconi. Sarà lui, di certo, il regista della prossima Finanziaria in «concorrenza» con il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco che ultimamente ha perso punti presso il Cavaliere. A Marcello Dell'Utri si deve la mediazione con l'Udc. Il senatore di Forza Italia, gran tesoriere di voti nel Mezzogiorno, è molto amico di Casini e alla vigilia del vertice dell'Udc ha svolto una serrata azione diplomatica per far passare in secondo piano la questione della leadership rispetto alla riforma della legge elettorale. La macchina elettorale, anche se non c'è stata un'investitura ufficiale, sarà di fatto affidata a Scajola di cui il premier apprezza le doti organizzative. Inoltre Scajola sta tessendo rapporti utili con il mondo imprenditoriale nonostante gli attacchi che continuano a venire dal presidente della Confindustria Luca di Montezemolo. Sulla poltrona che fu di Clelio Darida, Scajola si è fatto apprezzare da molti imprenditori per i suoi forsennati ritmi di lavoro. Prodi dice che nessuno nel governo è mai andato in Cina? Ecco che Scajola decide di farci tappa dopo il viaggio in Giappone. Non solo. Il ministro coltiva relazioni con le casse di risparmio, con i costruttori e con Sviluppo Italia. Ma su Scajola, Berlusconi conta anche per i suoi legami con l'Udc e per la sua capacità di muoversi tra correnti di partiti e candidature. A suo vantaggio c'è anche che ha smesso di tirare bordate a Bondi e Cicchitto mostrando uno spirito di squadra che è stato apprezzato dal Cavaliere che di questi tempi, con i problemi interni alla coalizione, non ne vuol sapere di beghe dentro il partito. In salita nel partito anche le quotazioni di Tremonti. Al vicepremier Berlusconi ha affidato la complessa partita del caso-Fazio e su di lui confida per la Finanziaria. In definitiva Tremonti ha scalzato nell'Olimpo berlusconiano Siniscalco. Lui e Scajola si sono sempre studiati a distanza, osservati, ma ora tra i due sembra si sia creato una sorta di asse destinato a pesare all'interno del partito. Tremonti non è solo un abile tessitore di rapporti economici e finanziari. Il vicepremier ha un rapporto di ferro con Bossi e si deve a lui se la Lega ha aperto all'idea di un partito unico. Ma ha anche un feeling di vecchia data con Ignazio La Russa. Una rete di amicizie quindi che sono indispensabili per mantenere compatta la coalizione per la competizione elettorale. Tremonti inoltre ha avuto un ruolo di primo piano sul caso-Fazio, visto che parlando poco ha spinto Berlusconi verso una linea più interventista. Un posto di primo piano c'è l'ha il presidente del Senato Marcello Pera. La sua vicinanza con ambienti cattolici e in particolare con il Cardinale Ca

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