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I «ribelli» Cdl ripudiati anche a sinistra

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Alla festa dell'Unità di Milano ieri ha detto che «il problema non si può porre in questo modo». «Noi — ha sottolineato nell'incontro-intervista con i tre giornalisti Santoro, Bianca Berlinguer e Gad Lerner — facciamo il nostro programma, andiamo avanti con la nostra coalizione e quello che succede fuori dalla porta non ci deve interessare». Prodi ha escluso quindi accordi di desistenza con i centristi di Casini nel caso questi dovessero presentarsi da soli. «Se mio nonno avesse avuto le ruote... — ha esordito con una battuta — E poi noi siamo allenati da quattro anni: abbiamo ascoltato mille volte dichiarazioni che non si trasformavano in niente di concreto. Inoltre: l'Udc ha condiviso tutte le grandi decisioni del governo. Oggi non possono dire: noi ci siamo sbagliati. C'è un problema di conversione, di esame di coscienza... Se ci sono elettori dell'Udc pentiti, bene, mi auguro che siano tanti. Ma finiamola di occuparci di queste cose, di grande centro e di piccolo centro. Facciamo il programma, andiamo avanti e basta». Pronta la replica al Professore da parte del segretario dell'Udc Marco Follini: «Prodi fa bene a lanciare i suoi strali contro l'Udc. Infatti, egli è un monarca che non abbiamo nessuna intenzione di incoronare e a cui non intendiamo prestare ossequio».

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