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E ora presenta il conto in Rai

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Meocci però non vuole nessun vice. A Minoli forse una serata

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Dopo le schermaglie Petruccioli-Curzi, per il nuovo vertice comincia un anno scolastico duro che vedrà il centrosinistra e soprattutto Prodi sul piede di guerra per ottenere quello che ancora non è riuscito ad accaparrarsi in Rai. Dirigenti e funzionari del settimo piano in questi giorni di vigilia hanno preparato un pesante dossier che domani i vertici troveranno sul tavolo del preconsiglio in vista di martedì. Tra i nodi principali da sciogliere, a parte le polemiche su Bonolis, la definizione di Domenica in e la spartizione dell'informazione, c'è, pesante, quello dei vicedirettori generali. L'accordo politico infatti prevedeva un trio di vicedirettori che accontentava tutti, con Guido Paglia (An), Alessio Gorla (FI) e Del Bosco o Minoli (centrosinistra), ma il neodirettore Meocci ha subito dichiarato di non volerne sapere di venir messo sotto tutela da tre «controllori». A questo punto a parte An che è giù sul piede di guerra con Gennaro Malgieri scatenato per far pesare il ruolo di An, chi è furibondo è proprio Prodi che sperava di piazzare finalmente un uomo a lui vicino. In una Rai a maggioranza diessina e sempre più in odor di Margherita rutelliana, il Professore scenderà subito sul piede di guerra. Altro che Santoro e Biagi. La battaglia per il loro rientro è solo un vessillo per sistemare le cose in maniera diversa. Già è partita infatti l'offensiva per togliere a Vespa una serata e affidarla a Minoli o ad un altro prodiano di ferro. Sul tavolo di Petruccioli e Meocci spicca anche il dossier sul «canone» dove la guerra, dopo la separazione contabile, è tra chi come il ministro Landolfi vuole evitare l'aumento e chi come Curzi e Petruccioli, vorrebbero più risorse per il servizio pubblico. Bisognerà vedere quale sarà la posizione del direttore generale. Urgente anche la decisione sul contratto di servizio. Entro dicembre vanno varati i 30 minuti sulle Regioni, mentre la Lega ha già chiesto che il nuovo contratto preveda una differenzazione regionale su tutte le condizioni. Ultima grana per i vertici, quella dei prossimi pensionamenti di alcuni direttori «di punta», come Umberto Forcella (Immobili) Roberto Di Russo (Commerciale) e Giuseppe Cereda (sedi regioanli). Bisognerà trovare un escamotage per farli restare come consulenti. Giu. Cer.

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