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Corriere, un anno di cantonate

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Il quotidiano perde tutte le battaglie che fa (sempre contro la destra)

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E la notizia della decisione su Palazzo Koch viene data senza spararla, naturalmente, come se si trattasse di una sconfitta personale, da non evidenziare troppo. Ma viene affidato all'editorialista Francesco Giavazzi un commento al vetriolo. In redazione, dopo un'estate di tensioni di varia origine, dalla scalata dell'immobiliarista Stefano Ricucci alla proprietà del giornale, all'impegno enorme sulla nuova edizione «full color», anche questa non ci voleva. Il malumore serpeggia da tempo a via Solferino a Milano come a via Tomacelli a Roma, anche perché come in tutte le redazioni in estate si viaggia a ranghi ridotti, molto ridotti. Anche se poi l'impegno richiesto è massimo su certi argomenti «di punta», come quello su Bankitalia e il suo Governatore da mandare a casa. Ma la battaglia persa su Fazio è solo l'ultima delle campagne finite male del Corsera che da qualche tempo si butta a capofitto in guerre senza speranza. A cominciare dalla battaglia a stelle e strische apertamente sbilanciata in direzione pro-Kerry e portata avanti dal glorioso quotidiano milanese nel corso delle elezioni Usa. A forza di dare per scontata la vittoria del suo avversario più temibile, il Corsera ha invece portato fortuna a Bush che alla fine ha stravinto, sbaragliando anche il prode John che veniva già definito il novello Kennedy. Stesso discorso sul caso Mario Monti, il quale ha trovato nel quotidiano di via Solferino uno dei sostenitori più convinti per la sua conferma alla Commissione europea. Ma puntare a spada tratta su Monti (tra l'altro vicino al centrosinistra), senza prendere minimamente in considerazione il fatto che non ce la potesse fare, è stato l'ennesimo errore. E alla fine al suo posto c'è Franco Frattini (dopo che la scelta era caduta su Rocco Buttiglione). Un anno di battaglie perse però può pesare anche su una corazzata come il Corsera. E anche quella di buttarsi senza rete sul centrosinistra, scommettendo sulla vittoria di Enzo Bianco (Unione) a Catania contro Umberto Scapagnini (centrodestra), cosa che avrebbe - secondo il Corriere - decretato anche la fine di Berlusconi e di tutta la Cdl, non è stata davvero una buona idea... Infatti il forzista Scapagnini è stato confermato sindaco di Catania, Bianco ha perso con il centrosinistra che lo sosteneva e il premier, dato per spacciato da via Solferino, alla fine è uscito rafforzato da quell'inversione di tendenza. E non parliamo del lungo, lunghissimo tam tam in favore del referendum sulla procreazione assistita, durante il quale il Corsera si è dichiarato sempre a favore dei quattro sì, intervistando i più grandi personaggi che la pensavano esattamente in questo modo. Sondaggi, testimonianze a tutta pagina e interventi di esperti in materia. Alla fine tutto è finito in uno smacco, ipotizzabile a dire il vero da tanti, vista la complessità dell'argomento, ma non dal quotidiano più importante del paese. Il referendum non è riuscito nemmeno a raggiungere il quorum. Quindi tutto inutile. Battaglie giornalistiche, dibattiti, faccia a faccia illustri e pronostici azzardati. Tutti a casa e tutto come prima. E il «corrierone» ha dovuto incassare l'ennesima campagna a vuoto, prima dell'ultima faticossima battaglia contro il governatore di Bankitalia. Anche questa finita in una sonora cantonata. Ora ci riprova: via Berlusconi e voto anticipato. Se rivince il Cavaliere, che succederà in via Solferino? Giu.Cer.

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