Rutelli all'Udc:
Voglio una vera prova d'amore
I contatti ci sono e sempre più frequenti, anche quotidiani tra gli uomini di Rutelli e quelli di Casini e Follini. E da tempo anche Rutelli e Casini si chiamano sempre più spesso, direttamente, come due vecchi amici, con molte cose in comune. Ma ora il leader della Margherita, vuole la prova d'amore. Dopo i corteggiamenti reciproci, gli ammiccamenti e le battute d'arresto della strategia di avvicinamento (come è accaduto l'altro giorno alla festa dell'Udeur a Telese, dove Rutelli ha bocciato subito la proposta Udc di un ritorno immediato al proporzionale), il presidente dei Dl chiede all'Udc di smetterla con le chiacchiere e di passare ai fatti. E l'unico fatto politico che veramente segnerebbe ora da parte dei centristi la volontà di sganciarsi dalla Cdl per avvicinarsi a loro sarebbe quello di bocciare la devolution in Parlamento. «Il partito di Follini ha una grande occasione tra 15 giorni: quella di non votare la devolution. Solo così riuscirà ad essere coerente con il suo continuo atteggiamento di rottura nei confronti della coalizione che sta al governo», afferma il deputato Sergio D'Antoni, che dopo l'incontro di Rutelli e Follini a Telese parla di una vera e propria «sfida» lanciata dalla Margherita. «Noi abbiamo sempre apprezzato il loro atteggiamento critico nei confronti del governo attuale, ma i fatti devono seguire le dichiarazioni di intenti. Non basta criticare loro pr stare dalla nostra parte - aggiunge D'Antoni - altrimenti quello di Follini resta davvero solo il partito del "vorrei ma non posso"...». Insomma, se per i fuoriusciti dell'Udc le porte sono sempre aperte nella Margherita, adesso Rutelli esige però un atto concreto dal partito di Casini e Follini e non tollera più che i centristi «di destra» flirtino con lui, restando però sempre ben piazzati al governo. Questo anche se all'interno dei Dl, la liason sempre più evidente con l'Udc non viene considerata da tutti una «relazione» possibile e costruttiva su cui contare per il futuro di un grande partito democratico di centro. Se Enzo Carra in verità ci spera molto, convinto com'è che il progetto di Follini sia troppo diverso da quello della Cdl, Dorina Bianchi (passata da un anno dall'Udc ai Dl) è convinta invece che «senza una riforma delle legge elettorale non esiste possibilità di una convergenza, almeno per ora». Secondo altri invece, da parte di Follini e Casini ci sarebbe solo la volontà di forzare ancora una volta la mano per ottenere più seggi da Berlusconi. Intanto però alla festa della Margherita che si aprirà domani all'Argentario, l'organizzatore e deus ex machina Renzo Lusetti, vicepresidente dei deputati Dl, emiliano doc e amico-rivale di Pierferdinando Casini nelle file dei giovani Dc nel '77, ha invitato ben due Udc alla kermesse che metterà in campo tutto l'universo rutelliano: Marco Follini appunto e Bruno Tabacci. Infatti, è stato proprio lui, il fido Lusetti, a fare tempo fa da trait d'union tra l'ex sindaco di Roma e il presidente della Camera, che ora però sono diventati amiconi. Entrambi belli, alti e abbronzati, sono anche coetanei (Rutelli è del '54 e Casini del '55) e ben radicati nella Capitale. Rutelli come ex sindaco e Casini come genero di Caltagirone.