Il governo vara la riforma di Bankitalia. Emendamento alla legge sul risparmio

La riforma della Banca d'Italia approvata ieri dal Consiglio dei ministri non è stata un parto indolore e l'opposizione a cui il premier ha lanciato un appello a votare le norme in Parlamento, ha già lasciato intendere che darà battaglia. Ma vediamo cosa contiene il testo uscito ieri da Palazzo Chigi e che si presenta come emendamento al disegno di legge sul risparmio in discussione alle Camere. Innazitutto la riforma non è atto d'accusa e di licenziamento del Governatore Fazio, come qualcuno avrebbe voluto. La Banca d'Italia e il suo numero uno mantengono le loro prerogative e non ci sarà alcun trasferimento di competenze ad altri organi di vigilanza. Non ci sarà un limite di età per il principale inquilino di Palazzo Koch ma questo resterà in carica per sette anni e non sarà rinnovabile. Fazio ultimerà il suo mandato perchè le nuove norme riguarderanno il suo successore. Chi quindi avrebbe voluto colpirlo è stato sconfitto. La spirito della riforma, come ha lasciato intendere Berlusconi, non è quello di mettere fuori gioco Fazio. «È evidente che quanto è successo - ha detto il premier - ha fatto discutere ed è stato la madre della riforma e ha reso evidente che occorre adeguare le regole attuali alle esigenze secondo i criteri di trasparenza seguiti in Europa». Quanto alla posizione di Fazio: «Se qualcuno sente di avere bene operato, e non ha dubbi su questo fatto, si comporta in sintonia con quello che suggerisce la propria coscienza». Poi insiste che non c'è alcun pressing. «Non credo che si debbano assumere delle decisioni sotto le pressioni e l'impatto dei media. Bisogna prendere le decisioni -spiega- pensando alla realtà delle cose e alla correttezza del proprio operato». Altro punto della riforma è che ci sarà un graduale passaggio della proprietà dai privati allo Stato e agli enti pubblici e un'altrettanto graduale sterilizzazione dei diritti di voto dei privati. Il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco ha spiegato che affrontando in questo modo il tema della proprietà della Banca d'Italia «si è voluto recidere i sospetti sia pure lontani, di un conflitto d'interessi tra vigilanti e vigilati». Poi ha sottolineato che il governo è intervenuto perchè «c'è un problema di credibilità dato dalla bontà delle regole». Siniscalco ha lasciato anche capire che non dovrebbero esserci problemi con la Bce con cui «ci siamo parlati di frequente» e poi la riforma «è perfettamente in linea con gli statuti della Banca Centrale europea». Il ministro ha precisato che non ci sarà nessuna norma specifica sul periodo transitorio fino all'entrata a regime della riforma. Ma vediamo ora i punti della riforma: La proprietà: La maggioranza delle quote di partecipazione al capitale di Bankitalia è detenuta dallo Stato; la restante parte delle quote può essere detenuta esclusivamente da altri enti pubblici. Entro 3 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento sarà emanato un regolamento sul passaggio della proprietà dell'istituto centrale. Dalla data d'entrata in vigore della legge e fino al definitivo trasferimento della proprietà dai privati al pubblico i diritti di voto dei privati sono sospesi e vengono esercitati dallo Stato. Il mandato: Il Governatore dura in carica 7 anni senza possibilità di rinnovo. Bankitalia riferirà al Parlamento: La Banca d'Italia dovrà riferire a Parlamento e Governo sul proprio operato con una relazione ogni 6 mesi. Vigilanza: La vigilanza sulle banche resta a Bankitalia. Trasparenza: Gli atti emessi dalla Banca d'Italia dovranno essere scritti e sempre motivati. Parere del direttorio: Per i provvedimenti di sua competenza aventi rilevanza esterna e per quelli adottati su sua delega il Governatore dovrà acquisire in ogni caso il parere preventivo del direttorio. Statuto: Lo statuto della Banca centrale sarà adeguato alle nuove disposizioni entro due mesi dall'entrata in vigore della legge mentre le istruzioni di vigilanza saranno adeguate entro 12 mesi. L.D.P.