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Unione-Mastella, scoppia il mercato dei seggi

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Oggetto del contendere, il numero e la distribuzione dei seggi per le primarie che, secondo le ultime scelte adottate, dovrebbero essere 8-9 mila in tutta Italia, con l'obiettivo di far votare 1 milione di persone. Ipotesi di fronte alla quale il segretario dell'Udeur Clemente Mastella ha rivendicato l'accordo preso dai segretari dell'Unione a suo tempo, secondo cui i seggi sarebbero stati al massimo 4 mila e ogni decisione sulle regole sarebbe stata assunta all'unanimità. Cosa che non è accaduta mercoledì sera quando l'ufficio di presidenza dell'Unione ha dato il via libera ad un regolamento da cui Mauro Fabris (Udeur) si è dissociato. Così ieri mattina è partito un botta e risposta a più riprese tra Roma a Telese (dove si svolge la festa del Campanile). «Se le regole delle primarie sono taroccate - ha attaccato Mastella dopo aver riunito l'ufficio politico dell'Udeur - allora potrei anche rinunciare, magari non partecipo». «Avevamo stabilito l'unanimità - ha aggiunto - mentre mercoledì sera alla riunione sulle primarie, di fronte alle obiezioni sollevate dal nostro Mauro Fabris, Chiti lo ha minacciato: "Se non fate i bravi alle politiche..."; questo per noi è inaccettabile». Mastella ha insistito sul punto delle regole omogenee su tutto il territorio nazionale per fissare il numero dei seggi delle primarie: «Non ci può essere un minimo e un massimo lasciando tutto all'arbitrarietà dei dirigenti locali. Perché così a Bologna metteranno quindici mila seggi, e a Napoli, dove io vado bene, ne metteranno solo mille. A queste condizioni le primarie se le fanno da soli». Il presidente del comitato per le primarie, Vannino Chiti (Ds), e il responsabile amministrativo, Nicodemo Oliverio (Margherita), hanno respinto le accuse di Mastella e non hanno certo risparmiato i colpi. «Mastella è abile in queste cose - ha detto Chiti - e fa fuochi di artificio per attirare l'attenzione sulla festa di Telese, ma non c'è nessun rapporto tra le primarie e i collegi. Io ho solo detto che se si crea tensione in un comitato provinciale sul territorio, quando si dovrà votare alle politiche si farà più fatica e quindi bisogna evitare che le primarie diventino controproducenti. Stia tranquillo, avrà gli stessi collegi se partecipa o meno alle primarie». E il coordinatore della segreteria Ds ha chiarito: «Non vogliamo primarie solo di militanti. Abbiamo introdotto un limite massimo che prevede un seggio per ogni comune e un seggio per ogni 10 mila abitanti nei comuni con oltre 10 mila abitanti. Inoltre, la determinazione dei numeri di seggi e la loro localizzazione devono tener conto dell'equilibrio territoriale. In sostanza non ci sarà il caso di una provincia con 200 mila abitanti che abbia gli stessi seggi di una con 2 milioni di abitanti». «I seggi - ha spiegato Oliverio - devono garantire un certo territorio e che nessuno possa votare in più di un luogo. Va ricordato poi che il 73% dei comuni italiani ha meno di 5 mila abitanti e non si può certo dire aprioristicamente che nei piccoli comuni non si fanno seggi». Ma quanto costeranno le primarie? «I partiti - hanno risposto Chiti e Oliverio - hanno garantito 500 mila euro per le spese comuni, poi se voterà 1 milione di persone arriveranno almeno 1 milione di euro. Ma il costo non è alto, visto che il kit per ogni seggio costerà non più di 100 euro, trasporto compreso». Ma, sempre da Telese, l'Udeur non arretra. Fabris ha raccontato di aver risposto così a Chiti: «Guarda Vannino che non sei tu a decidere la mia candidatura». E ha aggiunto: «Non di visibilità abbiamo bisogno ma di regole certe, in una competizione che non volevamo e alla quale però vogliamo partecipare in grande trasparenza e senza essere penalizzati in partenza».

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