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Rai come Al Jazeera, dalla parte dei terroristi

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L'etiope è accusato di aver fatto parte del commando degli sventati attentati del 21 luglio a Londra

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Ma non era venuta a parlare di goal, di dribbling o di rigori, di serie A e B. Era lì, per giustificare, in una sede televisiva che certo di politica non si occupa, il suo operato come avvocato di difesa, nominato di ufficio, dell'etiope Hamdi Issac, nella rogatoria internazionale per l'estradizione del terrorista accusato di aver fatto parte del commando che ha organizzato gli attentati dello scorso 21 luglio a Londra. L'avvenente avvocato Antonietta Sonnessa, ha avuto a disposizione due interventi nella trasmissione. Il più lungo è stato nel quarto d'ora che va dalle 15,15 alle 15,30 quando, sollecitata da Simona Ventura, ha spiegato, quasi senza alcun interlocutorio, se non qualche sporadica domanda del massmediologo Klaus Davi, i motivi per i quali si oppone alla estradizione in Inghilterra del suo assistito. Hamdi Issac è accusato di aver piazzato il suo zainetto imbottito di esplosivo il 21 luglio scorso a Londra, ed ha recentemente dichiarato di aver fatto un tale gesto solo per motivi dimostrativi senza intenzione di uccidere Attualmente Issac è ancora in Italia, a Roma. La Sonnessa, ha detto, con un linguaggio spesso anche poco comprensibile, che il suo obbiettivo non è di volersi opporre all'estradizione, ma di pretendere dalle autorità inglesi, una documentazione precisa ed esauriente sulle accuse che vengono mosse al suo assistito. In particolare, spiegava l'avvocatessa, tra il silenzio generale: «voglio una perizia esatta sullo zainetto di Issac ed il suo contenuto, altrimenti la mia posizione non cambierà. Se quelle prove arriveranno, non avrò alcuna difficoltà a consentire ad Issac di essere estradato a Londra per essere giudicato». Le uniche due domande alla Sonnessa sono venute da Klaus Davi che ad un certo punto l'ha interrotta ed ha voluto alcune precisazioni sulla documentazione che l'avvocato aveva richiesto alle autorità inglesi. L'interessata ha ripetuto le proprie asserzioni con un linguaggio notevolmente contorto, non soddisfacendo la curiosità del suo interlocutore che infatti alla fine le ha chiaramente detto: «Lei però non ha risposto alla mia domanda». Simona Ventura, nel presentare l'inconsueta ospite, ha sottolineato che la Sonnessa sta tenendo in scacco buona parte dell'Europa, perché l'estradizione di Issac non è un argomento che interessa solo l'Italia e l'Inghilterra. Recentemente assurta alla visibilità della cronaca e dei riflettori per l'intransigenza con cui sta portando avanti le sue tesi, l'avvocato Antonietta Sonnessa ha circa quarant'anni. E come lei stessa ha detto ieri, non si aspettava tanto clamore e tanto interessamento, in quanto i difensori di ufficio sono di solito figure legali di secondo piano. Nata a Melfi, la Sonnessa si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Urbino, ma attualmente vive e lavora a Roma. L'incarico di essere il difensore d'ufficio del terrorista Hamdi Issac le è stato conferito all'indomani del 21 luglio. E per questo suo discutibile comportamento che mantiene ancora Issac nella nostra città, è stata recentemente intervistata da giornali e televisioni di quasi tutt'Europa. Intanto per Hamdi Adus Issac, accusato a Londra di strage in quanto uno dei quattro autori dei falliti attentati del 21 luglio scorso, si avvicina la data dell'ultimo giudizio, quello da cui dipende la sua estradizione nel Regno Unito. La data del 13 settembre potrebbe, ragionevolmente, essere quella in cui la Corte di Cassazione esaminerà il ricorso contro la sentenza della Corte di appello di Roma del 17 agosto scorso, che ha fissato nel 21 settembre il termine ultimo per la consegna del detenuto alle autorità inglesi secondo le modalità previste dal mandato di arresto europeo.

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