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«Un welfare basato sulla libertà di scelta»

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Qual è il messaggio che esce da questo Meeting? «Il messaggio è che la libertà è un dono, un dono accettando il quale l'uomo, impegnato con il senso della vita, diventa capace di costruzione. Come diceva don Giussani si mette a cercare la poltrona più comoda, la casa più bella, si mette a chiedere perché gli altri sono trattati in un modo e lui in un altro». Cosa c'entra questo con la situazione economica del Paese? «Un'impresa, profit e non profit, nasce da questa libertà in atto. L'economia che va è quella fatta di persone curiose della realtà, capaci di fidarsi dell'altro, capaci di assumersi un rischio, capaci di costruire. Questo è il punto da cui ripartire». E con la politica? «Bisogna concepire la politica come servizio. Ci sono alcuni impegni che non possono più essere rimandati per assicurare una prospettiva di bene al Paese. L'investimento in capitale umano: scuola, università e ricerca. L'investimento in innovazione per le imprese. Un sistema fiscale che premi chi produce, piuttosto che chi specula. E un Welfare basato sulla libertà di scelta. Il nemico di questa impostazione è la rendita». Rendita finanziaria? «Non solo. Anche la rendita politica, la rendita associativa, la rendita accademica, la rendita sindacale. Tutti i tipi di rendita, e sono tanti, che si intrecciano in questo paese e che impediscono di fare le riforme che servono». Cosa chiedete alla politica? «Abbiamo chiesto alla politica di affrontare questi nodi. Senza inciuci, ognuno nelle proprie posizioni». N. I.

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