De Benedetti è un angelo per la sinistra
L'ingegnere bandiera di Margherita e Ds dopo il no alla società con Berlusconi. Ma la Borsa piange
La pietra dello scandalo (e cioè il colpevole) di quel matrimonio non consumato sarebbe stato proprio il presidente del Consiglio italiano. Mentre il povero De Benedetti, costretto da Berlusconi e dal «suo enorme conflitto di interessi» a diventare soci, ha eroicamente resistito alle pressioni, «ha mostrato la sua sensibilità di imprenditore illuminato, ascoltando le proteste della gente, e ha rinunciato a quel progetto così impopolare con una intelligenza che non è comune fra i grandi capitani di industria». L'incredibile giudizio su un'operazione che ha movimentato la borsa italiana nell'ultimo mese creando più di una ferita ai piccoli azionisti e a comuni investitori, è stato fornito concordemente da due altissimi dirigenti dell'Unione giovedì sera durante la trasmissione «Controcorrente estate» di Sky Tg 24. Da una parte uno degli uomini più vicini a Romano Prodi, quell'Antonio La Forgia leader della componente ulivista nella direzione della Margherita. Dall'altra il coordinatore della segreteria nazionale dei Democratici di sinistra, Maurizio Migliavacca. Ad ascoltare e annuire talvolta da Torino anche un magistrato di alto livello come Giancarlo Caselli (che si è detto però non esperto della materia e ha preferito non esprimersi sulla possibilità di violazioni di norme del codice penale in materia finanziaria). La trasmissione aveva per tema le scalate a Bnl e Antonveneta e la «questione morale», che per i due esponenti della sinistra più ancora che nelle vicende rimpallate nelle ultime settimane si ravviserebbe, guarda caso, «nell'enorme conflitto di interessi di Berlusconi». Per La Forgia e Migliavacca sarebbe stato lui a costringere il povero De Benedetti ad entrare in affari comuni, «e il ruolo del premier è il vero scandalo della vicenda». I due esponenti politici hanno preferito come il giudici Caselli («non sono un tecnico») invece astenersi da ogni giudizio sulle compravendite di titoli della società interessata al matrimonio dell'anno, da parte del suo principale azionista, appunto De Benedetti. L'annuncio di quella inattesa partnership è stata fatta al mercato la sera del 28 di luglio. Il giorno successivo il titolo in borsa è schizzato di oltre il 30 per cento. A quei prezzi lo stesso De Benedetti ha venduto quote poi in parte ricomprate a un prezzo inferiore (aumentando così il numero delle azioni possedute). Dopo le proteste, e a compravendite concluse, De Benedetti ha spiegato di avere rinunciato al matrimonio perché le proteste di politici e giornalisti lo avevano convinto a fare un passo indietro. Quello che non hanno potuto fare, senza danni, gli entusiasti piccoli azionisti che avevano sottoscritto titoli sull'onda della prima comunicazione al mercato. Loro hanno pagato su quelle aspettative titoli sopra i 4,3 euro per poi ritrovarsi dopo l marcia indietro con i titoli caduti del 15 per cento avendo perso quasi mezzo euro ad azione.