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I due si corteggiano: crediamo nello sforzo di tutti per il Paese

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I due si stimano, sono sicuramente due dei politici che emergono rispetto al resto delle truppa, vengono indicati da molti come i successori designati dei loro leader (anche se Rutelli un giro da candidato premier l'ha già fatto) ed era difficile immaginare che, davanti ad un a platea così numerosa e attenta come quella del Meeting di Comunione e Liberazione, si sarebbero presi a schiaffi. Così, recitando un copione che sembrava già scritto da tempo, ieri hanno dialogato amabilmente scambiandosi reciproci complimenti. La vera novità, quindi, non sta tanto nel fatto che i due si sono incontrati e hanno dialogato cercando di evidenziare i punti in comune. La novità sta nel fatto che, questo nuovo modello di dialogo tra i Poli, potrebbe cambiare le regole del confronto politico nei prossimi 10 mesi. Cioè proprio durante quella campagna elettorale che, nelle premesse, si annunciava feroce. E non è un caso che oggi, dopo il confronto di ieri, al Meeting di Cl vada in scena l'Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, creatura bipartisan, nata dall'amicizia tra alcuni parlamentari (i forzisti Alfano, Casero e Lupi, i Dl Letta e Realacci, il diessino Bersani, l'Udc Volontè e l'esponente di An Saglia), che ieri Rutelli e Formigoni hanno indicato come esempio virtuoso di questa nuova stagione. In realtà la prima preoccupazione dei due esponenti politici è stata quella di fugare qualsiasi idea attorno ad un possibile inciucio. «Siamo politici appartenenti a due schieramenti opposti» hanno ripetuto fino alla nausea. «Ma crediamo - hanno aggiunto - che sia possibile uno sforzo costruttivo di tutti nell'interesse del Paese». Insomma, il punto di partenza è il bene del Paese, rispetto a questo, secondo Formigoni e Rutelli , è possibile un dialogo franco e aperto tra i Poli. E se qualcuno non dovesse crederci ecco che i due snocciolano una serie di questioni su cui, dicono, si potrà arrivare a proposte comuni anche entro la fine della legislatura. La parola d'ordine è «politica riformista» e i temi sono fin troppo noti: la famiglia, la scuola, il welfare, la ricerca. «Il riformismo - dice Formigoni mentre Rutelli annuisce - è qualcosa di cui l'Italia ha bisogno, qualcosa che sale dalla società come bisogno». Un bisogno a cui i due hanno tutta l'intenzione di rispondere. In realtà, proprio a dimostrare che quello che si è svolto a Rimini è molto di più di un semplice incontro tra due vecchi amici, i due ci tengono a rimarcare anche le loro differenze e, tra le righe, spunta un tema di contrasto. Succede quando Rutelli dice: «Mi auguro che nella Cdl ci sia la possibilità di concludere la riforma del titolo V della Costituzione in questa legislatura». La risposta del governatore lombardo non si fa certo attendere. «Spero - ha detto - che il Parlamento approvi la riforma che prevede la devoluzione. La riforma del titolo V della Costituzione, pur partendo da un principio buono, fu fatta in maniera affrettata dal centrosinistra al termine della scorsa legislatura. E da ciò sono venuti fuori prodromi di quel conflitto istituzionale che ingombra la Corte Costituzionale». Ma alla fine Formigoni tende una mano e aggiunge: «Ciò non toglie che il confronto sia ancora necessario». Per il resto i due evitano accuratamente di sollevare polemiche all'interno delle rispettive coalizioni. A chi gli chiede se si sente investito della carica di sostituto naturale di Berlusconi, Formigoni risponde secco: «Il candidato premier della Cdl è Berlusconi, su questo non può esserci dibattito". Mentre Rutelli non ha espresso dubbi sul fatto che: "La coalizione di centrosinistra oggi è al suono della campanella: ha scelto il candidato, deve definire il programma e si avvia alle primarie. Il quadro è chiaro e la strada tracciata».

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