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Nucara: Immigrati? Siamo tutti meticci

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Ma questo non è possibile se si compromettono le stesse condizioni di assistenza economica nel nostro Paese. Perché, dunque, sollevare una questione etnica religiosa, perché sollevarla, un laico quale lei è, quando non la solleva nemmeno la Chiesa cattolica, che anzi sottolinea, e giustamente, che non vi è conflitto fra cristianesimo ed Islam? A questa domanda noi ci aspettiamo una sua risposta ed un chiarimento, che sarebbe quanto mai opportuno, considerando anche l'alto ruolo istituzionale da lei ricoperto». È quanto si legge in una lettera inviata al presidente del Senato, Marcello Pera, dal segretario del Pri, Francesco Nucara, che ricorda: «Siamo tutti meticci in senso proprio, forse più di ogni altro popolo europeo e io che sono nato e vissuto a Reggio Calabria posso dirlo con una certa consapevolezza ed orgoglio. E le ragioni che hanno visto i repubblicani opporsi all'immigrazione clandestina non sono etniche culturali, ma socio economiche». Dopo aver seguito l'intervento a Rimini, Nucara sottolinea di «aver provato un sentimento di vera preoccupazione» alle parole di Pera. «Il partito repubblicano - spiega - comprende bene, ovviamente, il senso della minaccia all'Occidente portato dall'integralismo islamico e sa bene della sua voglia di opporvisi e di contrastarla con fermezza. Ma non riteniamo che si faccia un servizio a questa causa, che sosteniamo insieme, assimilando interamente l'Islam al fanatismo religioso e al terrorismo». «Capiamo - continua Nucara - le ragioni di voler difendere l'identità nazionale di un popolo e dei suoi riferimenti culturali ma non abbiamo interesse a ottenere questo erigendo una torre inaccessibile ai processi della storia in corso. Non ci sono piaciute le sue parole in merito e non le possiamo approvare per nessuna ragione. Siamo tutti meticci in senso proprio, forse più di ogni altro popolo europeo».

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