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Berlusconi richiama all'unità e stringe con Fini

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All'incontro con il presidente di An ribadita la necessità alla compattezza della coalizione

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Dopo l'altolà piccato dei giorni scorsi all'indirizzo di Follini e Casini e di quanti sono tentati dal trasmigrare verso altri lidi pensando di mettersi in salvo dall'ipotesi di una sconfitta elettorale, il premier ha deciso che ora è bene mettere la sordina alle polemiche. Così dal vertice a Villa La Certosa a Porto Rotondo con Fini si è parlato soprattutto di come ricompattare la coalizione. Sul tavolo Berlusconi aveva l'intervista di Follini che rilanciava provocatorio il «vero centro» mentre da Cortina gli arrivavano le dichiarazioni di Casini che prefigurava «un centrodestra basato sui valori andando oltre alla figura di Berlusconi e quant'altri». Insomma ce n'era di che far montare la polemica. Ma da Villa La Certosa è stato il silenzio. Alla fine dell'incontro con Fini è stato diramato uno scarno comunicato in cui si ribadiva l'importanza dell'unità del centrodestra per affrontare la sfida elettorale e vincere. «Il dovere primario della Cdl è di mantenere la massima unità della coalizione»; ecco il laconico messaggio con cui Berlusconi e Fini rispondono alle provocazioni dell'Udc. Stessa consegna anche ai vertici del partito riuniti a Porto Rotondo. Così il coordinatore Sandro Bondi che in questi giorni non ha perso una battuta rintuzzando parola per parola le affermazioni dell'Udc, ieri si è trincerato dietro un no comment. Ma nonostante la consegna del silenzio e quella altrettanto importante di dare l'immagine di un premier che chiama a raccolta tutta la Cdl (sembrano dimenticate le parole di qualche giorno fa quando il premier sembrava sfidare i dissidenti a sganciarsi dalla coalizione) qualcosa è comunque trapelato. I primi sondaggi indicano una maggioranza in forte difficoltà in un centinaio di collegi e questo è bastato per consigliare la prudenza evitando di inasprire la polemica con l'Udc. Ma non è tutto. L'incontro con Fini sarebbe servito a rinsaldare l'asse Forza Italia-Alleanza Nazionale. Al momento Fini appare un alleato più affidabile di Casini e Follini e poi, non si sa mai. Il vento del grande Centro potrebbe trasformarsi in una bufera. Anche la Lega ha raccolto il messaggio che è venuto dalla Sardegna. Di solito molto critica verso l'Udc ieri sembrava aver abbassato le armi. Tutto bene quindi? Niente affatto. Al vertice Fini avrebbe detto al premier che tutto il discorso sull'unità e la compattezza della coalizione va bene ma ora bisogna rimboccarsi le maniche e fare una svolta sui contenuti. E su questi che la maggioranza può recuperare consensi. È per questo che il ministro degli Esteri ha detto che ora «è necessario dare massima attenzione ai lavori parlamentari». Gli avrebbe ribadito anche la sua fedeltà. Il che vuol dire accelerare sulle riforme ancora in discussione e mandare in porto prima possibile una Finanziaria coraggiosa e convincente per gli elettori. Ma è proprio il terreno delle riforme che si preannuncia più scivoloso. Sulla legge elettorale e la devolution l'Udc potrebbe sferrare il suo attacco. Lo sanno bene sia Fini che Berlusconi e questi temi sarebbero stati anche toccati nel corso del vertice. Al termine dell'incontro con Fini sono ripresi i lavori dei vertici di Forza Italia con Bondi Cicchitto, Mario Mantovani e Mario Valducci per mettere a punto le prime iniziative per la campagna elettorale. Il summit a Villa Certosa continuerà fino a domani.

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