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In fila per il gadget più richiesto: la maglietta dell'Evento

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Stereotipi che valgono per gli altri, forse, ma non certo per il popolo del Meeting di Rimini che, anche quest'anno, si è fatto trovare pronto e numeroso per il classico appuntamento agostano. Marcello Pera ci ha scherzato un po' su parlando dei «laicisti» made in Italy. «Per carità — ha detto — non ditegli che al Meeting siete così tanti vi risponderanno che, in realtà, volevate fare baldoria a Rimini!» In effetti, per chi è abituato a ragionare secondo determinate categorie mentali, l'esodo di giovani, adulti e bambini che, puntuale da 26 anni a questa parte, invade Rimini per una settimana l'anno, suona un tantino strano. «Ma che Meeting e Meeting — dicono — questi vengono a Rimini per divertirsi e andare in discoteca». In realtà, basta mettere piede negli stand della Fiera Nuov, per rendersi conto che, al popolo del Meeting, della «trasgressiva» riviera romagnola gliene frega relativamente. Sono qui per partecipare al Meeting, punto e basta. E, piova o non piova, non sono disposti a perdersi l'appuntamento. Così, anche quest'anno, in migliaia hanno preso d'assalto i padiglioni della fiera. Qualcuno dice che le presenze della domenica inaugurale siano già superiori a quelle dell'anno scorso, ma i numeri contano poco. Anche se qualcosa vorranno pur dire. Dopotutto come spiegare i 2.850 volontari che si aggirano qua e là vestiti di tutto punto con le loro magliette blu e arancione (i colori «sociali» di questa XXVI edizione della manifestazione)? Ma, senza nulla togliere ai volontari, senza i quali il Meeting sarebbe praticamente irrealizzabile, il vero e unico protagonista della kermesse riminese è il popolo. O meglio, lo spaccato di popolo che qui si dà appuntamento ogni anno. Basta varcare l'ingresso principale della Fiera per rimanere immersi in un fiume di folla. Ci sono famiglie con passeggini al seguito che si destreggiano abilmente a destra e sinistra. Bambini che giocano con enormi palloncini e si schizzano con l'acqua delle piscine che dividono i padiglioni fieristici. Capannelli di giovani che scherzano tra di loro. Chi fa la fila per acquistare la maglietta con il titolo del Meeting (uno dei gadget più richiesti). E c'è anche chi si abbandona qua e là per concedersi un pausa di riposo tra un incontro e l'altro o tra una visita ad una mostra e l'altra. Varia umanità proveniente da qualsiasi parte d'Italia e del mondo. Dopotutto il Meeting è, per eccellenza, un luogo di incontri. Chi ci viene spesso lo fa perché ha incontrato qualcuno che lo ha invitato e, camminando per i padiglioni, è praticamente impossibile non imbattersi in due amici che si salutano calorosamente. Ci sono anche alcuni luoghi «storici» per fissare gli appuntamenti: lo stand di Tracce (il mensile di Comunione e Liberazione), l'area ristorazione (magari vicino al ristorante spagnolo o a quello argentino), lo stand della Compagnia delle Opere, la libreria. Il Meeting è questo, ma anche molto di più. Sarebbe praticamente impossibile descrivere e raccontare tutto. Anche se la risposta più completa alla domanda su cos'è il Meeting di Rimini, forse sono proprio i volti di coloro che camminano tra i padiglioni della Fiera. Volti di persone normalissime. Volti del popolo del Meeting. N. I.

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