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Unione divisa anche sulla candidatura di don Gallo

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Contrari Ds, la minoranza di Rifondazione e Udeur: «Così rischiamo di diventare ridicoli»

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Quella che sembrava, come afferma lo stesso sacerdote genovese al Manifesto, un'idea nata «un po' per gioco», legata alla suggestiva immagine di candidato con addosso un «passamontagna dai colori dell'arcobaleno», sembra ora concretizzarsi. Don Gallo smentisce che la sua eventuale candidatura sia stata pensata in alternativa a quella di Fausto Bertinotti, tuttavia il Prc accusa il colpo e anche la galassia dei movimenti è in subbuglio, tanto che molti militanti del cosiddetto «Movimento» nel sito web di «Indymedia» invocano la scesa in campo di Luca Casarini. Cerca di calmare le acque Michele De Palma, coordinatore dei Giovani comunisti del Prc, secondo il quale la candidatura di don Gallo, se dovesse essere confermata, sarebbe «un fatto importante che aggiunge storie percorsi e culture alle primarie», insomma, non una sfida al suo segretario Bertinotti. Di contro Salvatore Cannavò della Direzione nazionale di Rifondazione e portavoce di Sinistra Critica, minoranza del Prc, ritiene che la candidatura di Don Gallo «rende la competizione delle primarie ancora più assurda». «Invece di organizzare l'opposizione al governo Berlusconi — aggiunge Cannavò — le forze della sinistra si dividono in una gara finta, tutti sanno che sarà Prodi il vincitore, e che esalta il personalismo». Una «inutile gara al massacro con Bertinotti che quindi — conclude Cannavò — andrebbe sospesa». E mentre Antonio Di Pietro, anche lui in lizza per la premiership, si dice convinto di «farcela», si profila, seppure come una provocazione la candidatura di un secondo sacerdote legato al mondo dei movimenti, quella di Don Vitaliano della Sala, prete irpino «disobbedientè» rimosso tre anni fa dal vescovo di Montevergine (Avellino) dalla parrocchia di Sant'Angelo a Scala. Una ipotesi che ha fatto sobbalzare anche i moderati dell'Unione, preoccupati che un eccessivo protagonismo della sinistra alternativa possa rendere la consultazione «poco seria». «L'annunciata candidatura di don Andrea Gallo — afferma in una nota il coordinatore della segreteria politica dei Popolari Udeur, Mauro Fabris — mette a rischio la credibilità delle primarie. Primarie che noi dei Popolari Udeur non volevamo e che temiamo oggi possano trasformarsi in una farsa». «Nulla da dire — spiega Fabris — sulla figura e la persona di don Gallo, anche se noi riteniamo, quali cattolici impegnati in politica, che i sacerdoti, da Baget Bozzo a don Gallo, debbano fare i sacerdoti e lasciare ai fedeli laici, per chi crede, il compito di assumersi l'autonoma responsabilità di mediare la fede con le scelte politiche». Anche Franco Monaco (Margherita) invita alla prudenza: «Non so che fondamento abbia la notizia di una candidatura di Don Gallo alle primarie dell'Unione. Stento a crederci. È persona per cui ho simpatia — precisa Monaco — ma è utile richiamare alcuni punti fermi che ci siamo dati. Certo, abbiamo voluto primarie aperte nell'elettorato attivo e passivo. Tuttavia — insiste Monaco — perché sia una cosa seria, va richiamata l'esigenza che i candidati tutti si riconoscano nella carta dei principi che è stata messa a punto. Principi dai quali si evincono di sicuro due corollari: 1) l'ancoraggio a una vocazione e a una cultura di governo, che già di per sè esclude candidature di mera testimonianza; 2) un metodo democratico che per definizione esclude ogni forma di violenza. Che Don Gallo sia uomo di pace non ho dubbi alcuno, mi sento meno sicuro sui cosiddetti disobbedienti». E anche Chiti, coordinatore della segreteria dei Ds è abbastanza scettico: «È una persona che stimo molto, tuttavia penso che i sacerdoti non possono candidarsi a fare i premier e siccome le primarie sono uno strumento di partecipazione perché siano i cittadini a scegliere il candidato premier, non mi sembra abbia molto senso la sua candidatura»

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