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Rotondi e l'Udc: un partito unico senza An

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Porte aperte anche alla Margherita che però boccia l'idea. No da FI: non ci piace l'esclusione di Fini

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Non è bastato lo stop di Berlusconi al progetto di un nuovo soggetto politico, rinviato a dopo le elezioni, ora a rilanciare il tema ci si mette il segretario della Dc Gianfranco Rotondi. Ma con una novità. Secondo Rotondi che vorrebbe il partito unico modellatto sull'esempio del Ppe, non ci sarebbe le condizioni per un coinvolgimento di An. È un problema culturale, argomenta Rotondi, «Evola e Maritain, resuscitando, starebbero nello stesso partito?» Non esclude che non si possa fare un'alleanza con An ma, dice chiaramente, «quello che non si deve fare è un nuovo soggetto senza una cultura di riferimento». L'esponente della Dc scandisce anche i tempi della nuova formazione. La lista unica va messa in campo per le prossime elezioni politiche. Un progetto che, così disegnato, somiglia molto alla grande Balena Bianca, anche se é evocato dal segretario di una Dc oggi minuscola, eppure l'eco del grande centro democristiano non smette di sedurre. Soprattutto all'Udc, da cui arrivano sì convinti. Assai meno conciliante Alleanza Nazionale, che per bocca di Gianni Alemanno ricorda che esiste già «una costituente per un partito unico del centrodestra che coinvolge Forza Italia, Udc e An». A smentire il ministro delle Politiche Agricole ci pensa Lorenzo Cesa, europarlamentare Udc e vice presidente del gruppo del Ppe, che ritiene la proposta di Rotondi «molto più fattibile di quella di un partito insieme ad Alleanza Nazionale» e rivela di sperare «in un ravvedimento di Margherita e Mastella». «Una idea buona, auspicabile e spero anche realizzabile», é l'appoggio convinto anche di Emerenzio Barbieri, sempre Udc. Mentre Maurizio Ronconi ritiene «troppo arguta» e quindi «rischiosa» la proposta firmata Rotondi. Più cauti i commenti che arrivano da Forza Italia. L'azzurro Alfredo Biondi è possibilista: «Io non muoverei obiezioni». «Nessun paletto nè confini» neanche all'inclusione di Margherita e Mastella. Fredda invece la reazione del forzista Fabrizio Cicchitto, che fa notare maliziosamente come «ciò che non quadra é l'esclusione di An», oltre al fatto che la Margherita «non ha espresso sinora nessuna intenzione di staccarsi dall'Unione». Molte più piccate le reazioni che arrivano da via della Scrofa. An non gradisce l'idea di finire tagliata fuori dal progetto unitario. Oltre ad Alemanno, fa sentire la sua voce anche il viceministro alle Attività Produttive Adolfo Urso, che azzarda un'ipotesi: «C'è una convergenza maggiore tra Forza Italia e Alleanza nazionale che con Udc e Lega. Semmai il partito unico può nascere proprio da Fi e An». Stop deciso a qualsiasi tentazione neocentrista infine arriva anche dalla Margherita. «Il caldo fa brutti scherzi» sorride sarcastico Beppe Fioroni, Dl, e poi taglia corto: «È una proposta irricevibile». Mentre un osservatore autorevole della politica, Gianni Baget Bozzo, la mette in poesia: «I democristiani devono stare ciascuno al di là del Rubicone, guardarsi con amore, con intensità, identificarsi profondamente e poi separarsi. Rifare la Dc è impossibile». Ma la Dc incalza. «Questo agosto fa registrare un altro paradosso: l'Udc dà ragione a Rotondi e Forza Italia gli dà torto su una proposta politica tutta a favore di Berlusconi» affermano il capogruppo alla Camera della Democrazia cristiana Piergiorgio Martinelli e il parlamentare della Dc Lorenzo Montecuollo. «La proposta di Rotondi dà una risposta alla discontinuità chiesta da Casini, recupera la Dc all'alleanza, dà una prospettiva culturale alla coalizione. Qual è il problema? Se non c'è dentro An? Ma se è una lista del Ppe come può entrarci Alleanza nazionale che del Ppe non fa parte? Questa lista non sarebbe la riedizione della Dc, tutt'altro: la Dc siamo noi, ci mancherebbe che producessimo un concorrente nuovo» conclude la nota.

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