La sinistra vuole aumentare il canone Rai
Petruccioli attacca Landolfi: «Sbagliato tenerlo bloccato. Però leghiamo il rincaro a un progetto di rilancio»
Lo ha detto ieri mattina intervistato dai microfoni di Radio24 mentre è in vacanza a Capalbio. «È sbagliato dire che non si aumenterà il canone — ha annunciato — Credo che la Rai debba presentare un progetto di rilancio e ridefinizione del servizio pubblico che innalzi il livello medio della produzione televisiva: su quel progetto si può anche chiedere un aumento del canone. Mi ripromettevo di parlare con Landolfi per rappresentargli una serie di esigenze che devono essere considerate». E a dargli manforte è arrivato anche Carlo Rognoni, consigliere di amministrazione dell'azienda in quota ai Ds. «Il canone italiano è il più basso d'Europa e in Italia c'è un'evasione molto elevata, che si aggira sul 30%, pari cioè a 4-5 milioni di persone. Il ministero potrebbe dunque farsi carico della lotta all'evasione: per esempio, si potrebbe reinserire l'obbligo di denunciare, nella dichiarazione dei redditi, il possesso del televisore. O ancora, si potrebbero aumentare i casi di esenzione dal canone per i bassi redditi e applicare un canone multiplo per chi ha redditi elevati e più di un televisore, magari nella seconda casa». Da considerare, secondo il consigliere, anche il fatto che «circa il 10% del canone torna allo Stato come tassa di concessione governativa e Iva: prevedendone la defiscalizzazione, si aumenterebbero del 10% gli introiti. Infine, il canone resta troppo vincolato a decisioni politiche. In Francia viene fissato di triennio in triennio, in modo che l'azienda abbia la consapevolezza delle risorse di cui dispone». Rognoni ha snocciolato poi una serie di cifre («dal '95 al 2004 il canone è aumentato mediamente del 2.1% all'anno, il costo della vita del 2.8% e il Pil del 4.6%») e ha ricordato che «oggi i programmi si possono vedere anche con il pc o il telefono cellulare: non è insensato ipotizzare una riscossione dell'abbonamento magari ancorata alla bolletta dell'energia». Ma Petruccioli, approfittando dei microfoni di Radio24, ha anche stilato il suo «programma» di rilancio del servizio pubblico a partire dal palinsesto. Giovedì 25 agosto (occorre discontinuità e quindi meglio accantonare il tradizionale martedì?) si riunirà il cda di ritorno dalle vacanze. E all'ordine del giorno il senatore diessino ha messo «la verifica del nuovo Affari tuoi» condotto da Pupo, «la questione dello sport», con i palinsesti tutti da inventare visto che le immagini della Serie A le ha comprate Mediaset, e «l'andamento effettivo degli ascolti negli ultimi mesi». Dell'informazione, invece, se ne potrà parlare in un secondo momento, anche perché «i palinsesti prima di gennaio già sono stati fatti». Anche su questo, però, Petruccioli ha dimostrato di avere già le idee chiare: il rientro di Michele Santoro, che sarà «uno dei pilastri dell'approfondimento Rai», magari con un nuovo programma che non rievochi vecchie polemiche; verificare già a settembre le possibilità (sembra siano davvero poche) che Enzo Biagi decida di rientrare in Rai; mettere in piedi una rotazione di conduttori per Batti e Ribatti, la striscia di cinque minuti in onda dopo il Tg1 condotta da Riccardo Berti; e magari lanciare nell'universo dell'informazione Aldo Cazzullo del Corriere della Sera. Con calma, dunque, ma di informazione si discuterà parecchio al settimo piano di viale Mazzini. Anche se i consiglieri Sandro Curzi e Nino Rizzo Nervo un po' di fretta in più rispetto a Petruccioli di far dimagrire Bruno Vespa, di sostituire Giovanni Masotti con Michele Santoro e di defenestrare il berluscones Berti c'è l'hanno. E non sembrano avere nessuna intenzione di aspettare gennaio 2006 per affilare le armi in vista della campagna elettorale. Il programma di Petruccioli, però, non si limiterà certo ai palinsesti. «Innanzitutto bisogna chiarire al più presto l'incompatibilità di Alfredo Meocci e poi occorre colmare il ritardo sul digitale te