Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

I Disobbedienti lanciano l'uomo «senza volto». E Fausto trema

default_image

  • a
  • a
  • a

L'idea è nata a fine luglio a Mercogliano, in Campania, in un dibattito sul futuro del movimento cui hanno partecipato due dei leader di Disobbedienti, Luca Casarini e Francesco Caruso, e Don Andrea Gallo, il sacerdote genovese da sempre vicino ai movimenti. La priorità per i no global è di rilanciare il proprio progetto dopo una stagione in cui la battaglia politica è stata oscurata da quella giudiziaria, con migliaia di processi a carico di esponenti del movimento. Ribadire quindi il no totale alla guerra, porre il ritiro delle truppe dall'Iraq come condizione non negoziabile per la coalizione di centrosinistra, portare avanti la battaglia per la chiusura dei Cpt. E rilanciare, soprattutto, la richiesta di un amnistia per i reati sociali. Per questo il palcoscenico delle primarie, politicamente e mediaticamente, è un'occasione da non perdere. Il dibattito all'interno del movimento, però, è tutt'altro che concluso, in quanto sono in molti a non vedere di buon occhio la "commistione" con il potere. Spiega Francesco Caruso: «Si sta ancora lavorando ma non è così scontato che una candidatura vi sia. Quello che è fondamentale è rimarcare la distanza e la diversità rispetto agli altri candidati». Di qui l'idea dell'uomo "senza volto". «L'ipotesi di un candidato che indossi un passamontagna arcobaleno - dice Don Gallo - è bellissima e sono pronto a lavorare per la raccolta delle diecimila firme necessarie». E proprio lui è stato indicato come il possibile candidato. «Non c'è nulla di deciso - spiega - è stata solo una chiacchierata tra me, Luca e Francesco. Però ho dato loro tutto il mio appoggio». Che sia Don Gallo o qualcun altro a sfidare Prodi e Bertinotti, ai Disobbedienti, in realtà, poco importa. Perchè il punto non è certo vincere le primarie ma portare al tavolo del centrosinistra i temi cari al movimento. E, secondo Vittorio Agnoletto, sarà proprio Bertinotti a beneficiare di questa candidatura. La scelta dei Disobbedienti, sottolinea, «significa dire alla coalizione di centrosinistra che il movimento c'è e vuole chiedere ai candidati di assumere come propri i temi sollevati in questi anni», dunque «la candidatura non è in contraddizione con Bertinotti ma, anzi, è complementare alla sua proposta».

Dai blog