E Roma lancia lo «shopping day»

Dopo i cinema e gli stabilimenti balneari, i negozianti del Lazio propongono di stabilire un giorno a settimana - il venerdì - per vendere i prodotti a prezzi scontati, dal 10 al 20 per cento in meno sui costi originari. La Confesercenti capitolina attende di discutere l'idea con l'assessore regionale al Commercio, Francesco De Angelis. Le vendite di fine stagione sono state una delusione: secondo l'analisi dell'organizzazione dei negozianti, il calo è stato in media del 15-20 per cento per il settore dell'abbigliamento, raggiungendo punte del 30 per cento negli esercizi in periferia. Un po' meglio le calzature, che hanno segnato una diminuzione nelle vendite del 8-10 per cento rispetto all'anno passato. Non solo. Gli affitti dei locali hanno raggiunto prezzi elevatissimi - per 60 metri quadrati in una delle tradizionali vie del commercio romano si arrivano a spendere 7 mila euro al mese - e lo sviluppo della grande distribuzione ha reso ancora più difficile la concorrenza. Così, la Confesercenti sta preparando un progetto per legare le vendite dei negozi alle presenze turistiche - in costante aumento nella capitale - e per spingere i consumatori agli acquisti. «Non ci aspettavamo un periodo di saldi così buio - spiega Walter Giammaria, segretario romano della Confesercenti - Le riduzioni del volume d'affari rispetto al 2004 sono state rilevanti e ci inducono a cercare nuove possibilità. I consumi sono fermi da tempo ma le nostre spese sono aumentate». E visto che il calo delle vendite durante l'anno è stato almeno di un altro quindici per cento, le cose rischiano di precipitare. «Siamo stati il motore dell'economia romana ma adesso, considerata soprattutto la nascita continua di centri commerciali, rischiamo una pesante battuta d'arresto. Per questo abbiamo pensato di elaborare nuove strategie: lo "shopping day" potrebbe dare ossigeno alle nostre attività e anche spingere i turisti a scegliere la capitale». Già da alcuni anni le svendite sono state legate agli eventi culturali: durante il periodo dei saldi l'amministrazione Veltroni ha organizzato pacchetti che hanno compreso sconti sui biglietti di musei e aree archeologiche, riduzioni sui ticket di autobus e metropolitane e sui prezzi negli alberghi. L'idea è stata quella di far diventare i saldi degli eventi particolari. Una strategia che ha dato i suoi frutti, tant'è che Roma è tra le pochissime città italiane che hanno saputo incrementare gli arrivi dei visitatori. Ora sono direttamente i commercianti a rilanciare, per far ripartire - anche dal basso - l'economia nostrana. Si muovono pure le associazioni dei consumatori. Il Codacons ha presentato una diffida al ministro delle Attività produttive, al sindaco di Roma e al presidente della Regione Lazio Marrazzo per chiedere la proroga delle svendite fino al prossimo 6 gennaio. Considerato il flop dei saldi e la crisi congiunturale di consumatori e commercianti, sottolinea il Codacons, solo con il proseguimento delle offerte al rientro dalle ferie i consumi potranno avere quella impennata di cui ha bisogno il Paese. L'associazione tende la mano ai negozianti: a tutti quelli che sfideranno la legge continuando i ribassi il Codacons offrirà l'assistenza del proprio ufficio legale. Ad ogni modo, nel Lazio è già in piedi un tavolo con l'assessorato regionale per cambiare le regole. Durante le prossime riunioni sarà esaminata la proposta dello shopping day.