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L'Udc gioca a fare l'offesa con Berlusconi

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Follini furioso per la frase di un'intervista: «Ex Dc pronti a tradire». Ma il premier giura: «Non l'ho mai detto»

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Dopo il botta e risposta tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ieri, ad attizzare la polemica è un'intervista, nella quale Berlusconi, punzecchiato dal cronista, avrebbe detto, riferendosi ai centristi, che «magari c'è chi pensa di salvarsi offrendosi al vincitore». Non solo. Il premier sfida i contestatori a fare i bagagli. Senza tanti giri di parole Berlusconi manda a dire che «chi ha idee diverse sulla leadership è libero di andare dove vuole». Secca la reazione del segretario del partito di via Due Macelli che non ci sta a farsi mettere addosso la maglia del traditore, di chi complotta contro la Cdl. «L'evocazione di doppi giochi - attacca Follini in una nota - tradimenti e passaggi di campo nei confronti di un partito coerente e sicuro come l'Udc, è semplicemente miserevole. Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio una smentita chiara e netta». Berlusconi - riferiscono i suoi più stretti collaboratori - sarebbe rimasto molto sorpreso e amareggiato per l'attacco di Follini, e avrebbe ripetuto più volte ai suoi che quell'accusa di tradimento riferita ai centristi lui non l'ha mai pronunciata. Si è quindi attaccato al telefono per un gran consulto con Gianni Letta a Palazzo Chigi e con il portavoce Paolo Bonaiuti che si trova da lunedì nel mare greco. Il Cavaliere in serata ha affidato a Bonaiuti il compito della smentita. «Nessuno - dichiara Paolo Bonaiuti - in Forza Italia, tanto meno il premier, ha pronunciato parole legate al concetto di tradimento, o di traditori nei confronti dei nostri alleati». Ma prima dell'intervento di Bonaiuti, il coordinatore Bondi, rompendo la sua tradizionale diplomazia, ha rinviato al mittente (Follini) la tremenda accusa: miserevole è chi vuole logorare il premier. Una sortita «autonoma» ha sottolineato il coordinatore che però ha indotto molti, nel partito e fuori, a ritenere che il «mandante» fosse proprio Berlusconi. Da Alleanza Nazionale e dalla Lega arriva la richiesta di mettere fine a polemiche che finiscono per danneggiare la Cdl e favorire la sinistra. Il timore è che la Cdl spaccata all'interno possa perdere ancora consensi e incentivare gli indecisi a passare tra le fila dell'Unione. «Si lascino da parte le discussioni sul premier o su lontani partiti unici - è l'appello del ministro del Carroccio Roberto Calderoli - e si serrino invece le fila di questa coalizione di governo partendo, già dal 20 settembre, a fare cose, tante, grandi e tutte nell'interesse del Paese». E il viceministro di An Adolfo Urso invita la sua coalizione a evitare la «sindrome da Tafazzi». «Le liti, le precisazioni, i continui distinguo - osserva l'esponente del partito di Via della Scrofa - non ci portano lontano. Se vogliamo e possiamo vincere le elezioni dobbiamo restare uniti e non farci prendere dalla sindrome di Tafazzi, ovvero non facciamoci del male da soli». Il ministro Alemanno dà una mano all'Udc. «Voglio esprimere la solidarietà agli amici dell'Udc per gli attacchi che in questi giorni hanno demonizzato le prese di posizione di Casini e di altri esponenti di questo partito che è una componente essenziale della maggioranza». I centristi incassano la smentita di Bonaiuti e non aggiungono altro. Ma da ambienti parlamentari del partito di Via Due Macelli si precisa che se la smentita sana «l'accusa di tradimento», la partita politica resta tutta aperta. Insomma la tensione resta alta. Tanto che qualcuno nel centrodestra, arriva a chiedere all'Udc di «andare fino fondo» e scoprire le carte. E il vicepresidente azzurro della Camera Alfredo Biondi chiede a «Casini, Follini, Baccini e agli altri dell'Udc» di «presentare una candidatura a Palazzo Chigi per la Cdl alternativa a quella di Silvio Berlusconi». O piuttosto, come pensano altri, di dire chiaro e tondo che vogliono uscire dalla Cdl e presentarsi da soli alle elezioni.

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