Rutelli-Fassino, faida all'ultimo sangue
Tre interviste, due delle quali sullo stesso quotidiano. Due prese di posizioni nette, senza chiaroscuri, senza ambiguità che rivelano il solco profondo che separa il partito della Quercia dalla Margherita. Ma che fa emergere soprattutto il rapporto competitivo tra le due forze politiche, unite sotto il cappello dell'Unione, ma di fatto lontane su molte questioni fondamentali. Sabato scorso il segretario dei Ds affida alle colonne dell'Unità il suo pensiero sulla vicenda Unipol-Bnl. Poi ci torna ieri sul Corriere della Sera in contemporanea con un'intervista di Rutelli. Per Fassino il caso Bnl è solo lo spunto per parlare di quella questione morale che come una tenaglia sta togliendo il respiro al partito della Quercia. Fassino ventila l'ipotesi di una manovra scandalistica volta a colpire lui stesso e il Botteghino fatta da chi vuole «buttare in politica» la vicenda della scalata delle cooperative alla Bnl. Un'operazione che Fassino difende come «legittima» come pure il rapporto tra il partito e l'Unipol. Ma questi punti sono contestati da Rutelli che passo dopo passo smonta il teorema di Fassino. C'è chi parla all'interno dei Ds di un Fassino furibondo per l'intervista di Rutelli al Corriere della Sera. E dire che il segretario della Quercia aveva lanciato un monito chiaro dalle colonne dell'Unità, un richiamo alla solidarietà e alla coesione del centrosinistra. L'invito a non cedere alla tentazione del gioco pericoloso della competizione interna alla coalizione in vista delle primarie e della campagna elettorale. Un argomento su cui torna anche nell'intervista di ieri per bacchettare chi «può aver ceduto alla tentazione di pensare di avere qualche voto in più, di lucrare sull'elettorato di opinione mentre i voti si conquistano sulle opinioni». Ed è appunto sulle opinioni che Rutelli ha lanciato questa ennesima sfida a Fassino. Perchè è sotto la luce del sole: sul rapporto tra finanza e politica hanno opinioni molto diverse.