«È un progetto imprenditoriale legittimo»
Che tra il segretario dei Ds e l'ex sindaco di Roma ci sia un rapporto di cordiale insofferenza e reciproco sospetto è cosa vecchia. Ma che un altro sgambetto alla coalizione arrivi proprio mentre ferve il dibattito sulle primarie, questo di certo Fassino non se lo aspettava. Tanto più che questa ennesima polemica rischia di erodere parte del vantaggio dell'Unione sulla Cdl. E tutto per interessi individuali perchè con le primarie alle porte e la competizione elettorale c'è chi pensa, dice Fassino, «di poter dar calci alle caviglie agli alleati». E quello di Rutelli è un calcio allo stinco bello e buono, di quelli che fanno male. Vediamo i temi su cui si è soffermato Fassino e che sono entrati nel mirino del leader della Margherita. La scalata di Unipol — Fassino parla di una sorta di accerchiamento dei Ds che è lo scopo finale di chi attacca l'operazione di Unipol sulla Bnl. «Si tenterà di montare una manovra scandalistica contro di me e il mio partito. Chi attacca Unipol lo fa perchè è di sinistra così la butta in politica e non riconosce il suo essere impresa». Se per Rutelli è «un'operazione avventurosa» Per Fassino si tratta di «un progetto imprenditoriale, di sviluppo, non speculativo e del tutto legittimo». Le conversazioni telefoniche - «Certo che ho parlato con Consorte - dice Fassino - ma mi sento anche con Montezemolo, Tronchetti, De Benedetti, Abete e Della Valle. Non credo che ci sia motivo di scandalo o di sorpresa. È naturale che il segretario di uno dei principali partiti italiani interloquisca con gli esponenti più rappresentativi del mondo economico e finanziario». Poi fa chiarezza sulla questione morale dei Ds.«I Ds non hanno altro interesse al di fuorid ella politica. Ma comunque fa parte della politica interessarsi di quello che succede nel sistema economico e produttivo di un Paese». Berlusconi - Fassino sostiene che tutte le strade dell'operazione Rcs portano a Berlusconi. La conferma? Il leagame con Alejandro Agag, «genero di Aznar, segretario del Partito popolare europeo, intimo di Berlusconi al punto che il presdiente del Consiglio ne è stato testimone di nozze, partner non marginale nel tentativo di impossessarsi di importanti organi di stampa». Caso-Fazio - Il segretario dei Ds non chiede direttamente le dimissioni del Governatore della Banca d'Italia. Prima ricorda un disegno di legge presentato dai Ds dopo gli scandali Cirio e Parmalat che propone la riorganizzazione del sistema di controllo e della vigilanza della Banca d'Italia». Poi esamina il caso-Fazio che, dice, «con il comportamento che sappiamo ha messo a rischio l'imparzialità della sua funzione e della Banca d'Italia. Sarebbe ragionevole che lo riconoscesse e rimettesse il mandato consentendo a Bankitalia di tornare ad avere il prestigio, l'autorevolezza e il credito che questa vicenda rischia di toglierle».