Abete (Bnl) «Sono tranquillo»
Ma non è compito del segretario dei Ds Piero Fassino, dare «suggerimenti» ai magistrati in proposito, chiedendo una «par condicio intercettatoria tra presidente Bnl, altri azionisti e amministratori Bnl, e l'ingegner Consorte». Così il presidente della Bnl, Luigi Abete, replica a Fassino che anche ieri a proposito della vicenda della banca romana, si chiede perché si conosce «solo quello che ha detto Consorte e non, ad esempio, ciò che Hanno detto Abete e Della Valle». «Essendo tale dichiarazione già presente nei giorni scorsi in altre interviste e, quindi, non trattandosi di un equivoco, ma di una convinta affermazione», spiega Abete, ritiene di dover precisare che «ovviamente non sa se è allo stato oggetto di intercettazioni disposte dalle autorità giudiziarie, ma essendo abituato a comportarsi, e quindi ad interloquire, rispettando le leggi dello Stato, non ha alcun problema, qualora questa situazione esistesse, a rileggere pubblicamente quanto eventualmente intercettato». Il presidente della Bnl aggiunge però che «nell'ambito della separazione delle funzioni vigenti in ogni società democratica, non ritiene sia compito di un parlamentare, peraltro segretario di un importante partito, esprimere "suggerimenti" su materie che rientrano nell'ambito di decisioni affidate alla responsabile autonomia del magistrato, dalle quali potrebbero derivare provvedimenti di intercettazioni telefoniche. E che allo stato appare assai poco logico chiedere l'applicazione della "par condicio intercettatoria"».